top of page

⚠ Questa voce contiene errori ortografici intenzionali: alcune parole sono volutamente errate.

Errori intenzionali.png

” Da Tulipedia, l'enciclopedia olandese 

Artwork_Lorenzo.jpg

Fabrizio è il nome del capotribù della stirpe degli Unga Bunga che ripudiarono Bob, l'orco immortale che fondò la città di amstrdam e permise il suo dominio incontrastato in tutto il mondo.Oltre ad essere stato il primo ad abbandonarlo, ha anche comandato la Grande Guerra Unga Bunga, perdendo miseramente. Oggi, a distanza di un milione e mezzo di anni, è capace di viaggiare nel continuum spazio-temporale.

Origini

Fabrizio è uno dei nomi più conosciuti della storia di amstrdam.

Proveniente da una delle innumerevoli stirpi di Unga Bunga, si contraddistingue fin da subito per il proprio carattere forte e intraprendente.

Ricevute le nozioni di base sulla storia della sua città da parte del Dodo Orazio, caro amico dell'orco immortale Bob, signore di Bobopolis, la dimora plurimillenaria nei pressi della città di amstrdam, inizia ad affermarsi per le sue origini aristocratiche.

Fabrizio, infatti, è il figlio di papà per eccellenza ed essendo imparentato direttamente con un capotribù, può pretendere qualsiasi cosa con tirannia senza ritegno.

Questo è il motivo per cui il nome Fabrizio diventa sempre più temuto fra gli Unga Bunga della sua tribù, ed il padre decide di mettere in pratica le capacità di despotismo del piccolo prima permettendogli di affiancarlo al trono e poi di succedergli nella catena dinastica.

Politica

Ascesa al potere

Fabrizio viene incoronato viceré in occasione del suo ventesimo compleanno, dopo anni ed anni di apprendistato politico-amministrativo. Il capotribù Friedrich Sigmund Ortæ de Atellæ può finalmente consegnare il cognome dinastico al figlio, che, ufficialmente, diventerà Sua Unga Bunghezza Fabrizio Ortæ de Atellæ I, che, per semplicità, è sempre stato trascritto esclusivamente nei documenti ufficiali. Il padre di Fabrizio, quindi, deciderà di ritirarsi dagli affari interni allo Stato per problemi di forza maggiore che al figlio resteranno sempre in segreto per un "principio professionale", ed il viceré dovrà sempre più assumere il ruolo di sostituto del padre: chiudendo il pugno di ferro, Fabrizio impone delle riforme particolarmente ferree che suggeriscono sempre più un'inclinazione alla ricerca dell'indipendenza, un sogno indotto dal padre che sin dall'epoca dell'istruzione lo convincerà che la libertà è ostacolata da chi afferma di concederla e che essa sia un diritto auto-acquisito, e non ricevuto.

Per questa ragione, per conto del padre, Fabrizio applicherà una legge particolarmente dolente: lasciare l'alleanza con Bob.

A seguito di un trattato stipulato con Bobopolis, la città Unga Bunga si stacca dalle proprie origini, si dichiara ufficialmente indipendente e acquisisce un proprio nome, mentre il popolo di Fabrizio, con il pretesto di colonizzare il resto del mondo alla ricerca di altre risorse, annuncia di abbandonare definitivamente la costa nativa.

Fabrizio non sapeva di certo a cosa andava incontro, ma era certo che la libertà e l'indipendenza si sarebbe conquistata soltanto quando si avrebbe appreso come vivere senza avere il bisogno dell'aiuto altrui.

Il nuovo regno Unga Bunga, la cui reggenza del padre continua imperterrita a resistere con un'assenza sempre più sospetta da parte del re, inizia a vacillare fin quando non ci si rende conto che non disporre di alimenti e abitazioni già pronte può rappresentare un grave ostacolo all'evoluzione.

Ben presto, quindi, il regno delle città remote impiega tantissimi decenni per ricostruirsi, e con il passare delle generazioni, Fabrizio invecchia, suo padre ancor di più (proporzionalmente alle proprie assenze dalla corte) ed una notizia sconvolge le autorità.

Politica

La dichiarazione di guerra

Gli Unga Bunga perdono le testimonianze di coloro che vissero Bob ed i loro successori lo interpretarono non più come divino salvatore ma come demoniaco distruttore e gli dichiarano guerra inviando degli ambasciatori che si autoproclamano al servizio del Re Omar del Regno degli Unga Bunga Bravi.

La dichiarazione di guerra procede con innumerevoli convenevoli, prima di avere luogo: innanzitutto l'idea di attaccare un nemico così potente nasce dall'invidia per la mancanza di tecnologie altrettanto avanzate rispetto alla concorrenza e le informazioni ricavate derivavano dalle spie inviate dal padre di Fabrizio, giustificando, finalmente, le costanti mancanze alle assemblee amministrative di un popolo che pativa sempre più la fame e che vedeva la sua popolazione diminuire a vista d'occhio a causa della povertà impossibile da colmare.

Sarà soprattutto questa economia claudicante ad impedire al viceré (ormai diventato praticamente un sovrano a tutti gli effetti, se non un dittatore) di ingaggiare addetti per la trascrizione dei documenti ufficiali, ragion per cui il nome di Re Omar, non è altro che un clamoroso errore di parentela, siccome questo nome corrisponde al cugino del vero re Friedrich Sigmund Ortæ de Atellæ, che, secondo le leggi scritte, era il secondo nella successione dinastica dopo lo stesso Fabrizio.

Servizio militare

La Grande Guerra Unga Bunga

Nel momento in cui Fabrizio invia la dichiarazione di guerra, decide di organizzare innumerevoli riunioni pubbliche. Su un palco costruito con ceppi di legno, il nuovo re aizza spesso i propri sudditi al combattimento e alla violenza, al desiderio di indipendenza e alla liberazione dal tiranno immortale che li ha soggiogati e ne ha impedito lo sviluppo tecnologico.

Nel frattempo, Fabrizio inizia ad abbandonarsi ad una vita estremamente sregolata, usando il padre per poter ricevere maggiori informazioni sui nemici mentre lui si dava alle sessioni di minigolf (usando un Unga Bunga pigmeo come palla ed un Unga Bunga spilungone come mazza), del cui gioco cominciò a diventare dipendente.

Diventato un giocatore d'azzardo e persa la ragione, Fabrizio inizia a sfruttare il proprio denaro per imporre ordini a destra e a manca, costringendo la stragrande maggioranza del suo popolo a gettarsi senza alcun criterio sul campo di battaglia.

Per questa ragione i primi mesi di guerra sono disastrosi: degli Unga Bunga su dei mammut ci caricavano come pazzoidi, non si rendevano conto che due terzi dei cavalieri stavano cadendo dalla sella improvvisata e venivano calpestati come degli escrementi di canide domestico per strada. Quando Bob avvista i nemici, al grido di «UVUVWE!» i carri armati caricano contro i mammut che, cadendo, gettano i soldati avversari in un trauma cranico.

Tornati in patria, i superstiti e le spie restituiscono il disastroso bilancio al sovrano mentre sta per segnare una buca in uno.

Considerata inaccettabile la condotta dei subordinati, Fabrizio fa l'impossibile: presiedere alla battaglia finale.

Con qualche ritardo per un allenamento esemplare condotto dallo stesso golfista dilettante, i generali più importanti e le stesse spie vengono schierate sul campo di battaglia senza nemmeno dei destrieri ma con il suo potere delle lance, delle spade e delle corde vocali d'acciaio.

La Grande Guerra, infatti, deriva questo nome dall'ultimo giorno di guerra, considerato quello più sanguinoso (quanto anche quello più deludente): a 24 anni dagli 1,6 milioni di anni dal presente, Fabrizio scende in campo e vede, per la prima volta, quell'uomo a cui ha giurato inimicizia a vita. L'orco Bob, dall'alto dei suoi quattro peli sulla testa, gli sembra una figura tanto spavalda, calma, esperta, ma altrettanto corrotta dalle dicerie che suo padre gli ha detto sin dall'infanzia.

Fabrizio, quindi, carica come se fosse l'ultima cosa che riesce a fare, ma viene obliterato clamorosamente da un Uvuvwe, che spinge via tutto l'esercito facendolo rotolare per kilometri. A fermarlo sarà solo una quercia secolare, che lo farà schiantare con talmente tanta forza da fargli sputare una costola. Ormai importunato, Fabrizio non può far altro che inviare i comandanti al posto suo, ma dopo poco, le spie riportano la desolante notizia: incapaci di intendere e di volere, in quanto tutti i soldati di altro rango erano raccomandati, i comandanti si sono arresi e hanno promesso a Bob che non gli daranno più fastidio.

Quando Fabrizio chiede ai suoi alleati quali saranno le conseguenze delle sue azioni, egli ascolta ciò che non avrebbe mai voluto sentirsi dire: Bob li lascerà in pace, in cambio che, per scusarsi del fastidio, gli promettano pace eterna.

Biografia

I postumi della guerra

Il re è estremamente imbarazzato e deluso di sé: non è riuscito nel proprio intento ed ha ricevuto quello stesso trattamento che voleva riservare al suo nemico da egli stesso.

Per accertarsi che l'orco non intacchi le sue ricchezze, decide, dopo aver firmato il trattato di pace, di donargli i Cammelli che da sempre rappresentavano la compagnia fedele degli Unga Bunga, sfruttando il fatto che i cavernicoli siano tutti uguali.

Dopo la guerra, però, non solo nessuno dei sudditi di Fabrizio nutre più rispetto e fiducia nei suoi confronti, rendendolo ormai una comparsa ai loro occhi più che il protagonista della loro vita politica, ma inizia a vedere i propri tesori prosciugarsi sempre più per soddisfare dei vizi sempre più costosi e parassitari per il suo popolo, che come in un contrappasso di dispetto e vendetta, perde tutte le proprie risorse fino allo sfinimento. L'estinzione della civiltà di ribelli avviene davanti agli occhi del sovrano, che vive non solo la morte del padre, che viene sempre più emarginato dal suo stesso successore e dai suoi ex-alleati, ma anche alle congiure dei suoi funzionari raccomandati che si accorgono all'ultimo momento che il re non ha alcuna considerazione di loro e, stanchi di essere usati, lasciano la corte e abbandonano Fabrizio in un limbo di solitudine che trasforma il despota in un senzatetto come gli altri. Morto in miseria, lo spettro di Fabrizio abbandona il paese infestato dai sudditi delusi del suo operato e viaggia per poter vendicarsi contro Bob, che considera sempre più l'artefice del suo destino crudele e il genocida del suo sacrosanto popolo.

Vita ultraterrena

L'ultimo desiderio

Fabrizio, dopo una settimana di ingiurie da parte degli altri fantasmi a lui subordinati, stanco di essere ricordato come il sovrano fallimentare e colpevole di essere stato negligente, decide di recarsi da Bob: ad amstrdam, la vita è già rivoluzionata dalla presenza di una civiltà organizzata, all'avanguardia e dal tenore di vita particolarmente alto.

Questo mondo utopico, agli occhi dello spettro, rappresenta un inferno da distruggere, perché se lui non è diventato libero, di certo non può esserlo qualcuno che, a detta sua, è stato più ignobile di lui.

Faccia a faccia con Bob, lo spettro si confronterà con l'orco per poter ottenere giustizia, ma ad ogni parola capirà fin da subito di essere nel torto: l'orco, infatti, lo accoglie fin da subito come un alleato, gli presenta la città e addirittura gli attribuisce il titolo nobiliare che gli era spettato in vita. Ridicolizzato in tale maniera, Fabrizio capisce finalmente che quell'uomo che ha tanto odiato era in realtà il suo salvatore e che avrebbe potuto liberare il suo popolo congiungendosi al suo regno, ma ha invece scelto di essere diffidente e, per questo, impotente.

Per poter continuare ad esistere con una parvenza di umanità, il fantasma del capotribù chiede ufficialmente perdono per i suoi atti vili e l'orco, sorridendo, accetta, puntualizzando il fatto che il problema se l'era creato da solo e che, in realtà, neanche in guerra aveva rappresentato una minaccia se non per sé stesso.

Curiosità

  • Siccome Fabrizio ha stipulato un accordo di fratellanza con Bob dopo la morte, attualmente ricopre il ruolo di guardiano della barriera che giace, nascosta, nella selva della periferia di amstrdam, per impedire che viandanti inesperti possano alterare il continuum spazio-temporale, che solo lui e l'orco sono capaci di controllare.

  • Grazie alle sue capacità di viaggiare nello spazio e nel tempo, Fabrizio può raggiungere paradossalmente altri universi paralleli e creare varchi interdimensionali che possano consentire al prossimo di fare lo stesso. Questo è il caso del viaggio documentato dall'Uomo Nudo/Calzamaglia, che, grazie al cambiamento del passato dell'Inghilterra, ha potuto annullare la morte dell'amico, l'Uomo ½ (di cui, tra l'altro, Cammello mario avrebbe voluto diventare un amico e ancor più).

Registra la tua email e ricevi notifiche!

Grazie mille! Il tuo modulo è stato appena registrato! 🎉

©2021-2023 Tulipano Online ~ Una fiera creazione degli Hot Dog Boiz & Sig.Balocco Boys. Tutti i diritti riservati.

bottom of page