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” Da Tulipedia, l'enciclopedia olandese 

Salvagente Brillante, all'anagrafe Salvatore Cosimo Augusto Brillante, nasce l'8 aprile 1992 nell'Oceano Indiano, da una coppia di salvagente ignoti. È il figlio adottivo di Antonella da Rivisondoli e Bruco Gianluco, con i quali vive a Roma. È nipote acquisito di SaMoo e pronipote di Mariolone Bubbarello.
È stato Imperatore dell'Impero Salvagenteo per un solo giorno.
Lavora presso l'azienda Comunito Pelatista S.p.A e come animatore nei parchi acquatici di tutta Italia e studia presso la Facoltà di Medicina dei s
alvagente d'Infanzia, nell'Oceano Atlantico.
È apparso nel film "Vita di un Salvagente Brillante" targato SUUSS.S.U.U.S Studios.

Biografia

Infanzia

Salvatore Cosimo Augusto Brillante nasce l'8 aprile 1992 nell'Oceano Indiano. Nasce da salvagente ignoti in una tribù di gommoni indigeni, chiamata हिंद महासागर में सबसे अच्छे भारतीय लाइफबॉय, tradotto in italiano I Salvagente Indiani più fighi dell'Oceano Indiano.

Nel corso degli anni la tribù conosce una grande crescita, tant'è che viene riconosciuta per la sua grandezza in ambito demografico: così essa diventa l'unica dominatrice dell'Oceano Indiano.

I genitori di Salvagente ricoprivano uno dei ruoli fondamentali della gerarchia della tribù: l'Amministrazione Pubblica.

L'Amministrazione Pubblica consisteva a grandi linee nella gestione generale della tribù: possedevano il potere legislativo ed esecutivo, il pieno controllo sulle forze armate, sui commerci con le altre popolazioni e la gestione degli spostamenti.

La posizione agiata dei genitori garantisce a Salvatore molto rispetto tra le classi della plebe, consentendogli di essere trattato come un vero e proprio principino. È passato un anno e l'arrivo dell'equinozio di primavera fa scattare un campanello d'allarme nei genitori di Salvatore, dato che le temperature registrate in India arrivano a picchi di 40°.

I genitori sono consapevoli del fatto che un piccolo salvagente non può biologicamente sopportare tutto questo calore, e per questo prendono una decisione che colpisce tutta la tribù: emigrare.

Per i salvagente non è consueto emigrare in altri Oceani, ma in presenza di un neonato diventa l'essenziale. I genitori di Salvatore optano per il Mar Mediterraneo come punto di ritrovo di tutta la popolazione, nei pressi delle coste italiane, attraverso il canale di Suez, che, per i genitori, rappresenta un luogo abbastanza sicuro. Successivamente si sarebbero recati nell'Oceano Pacifico per trovare stabilimento.

Biografia

Un trauma indelebile

L'emigrazione inizia ma Salvatore è ancora un novellino in questo campo e per questo si rifugia sotto l'ala (o per meglio dire la stoffa) della cara mamma: col passare del tempo il viaggio si fa sempre più arduo e le condizioni climatiche costituiscono una delle massime avversità.
Una burrasca minaccia lo scorrere della tribù, sollevando onde anomale di proporzioni gargantuesche che separano i membri della tribù: la sorte peggiore spetta al piccolo Salvatore che, indifeso, viene scaraventato sulle coste indiane.
Colpito uno scoglio, sulla sua stoffa si genera un foro che fa temere il peggio: sgonfio e disidratato, Salvatore si accascia a terra, pensando di essere senza speranze.
Senza i genitori, Salvatore passa ore di agonia e sofferenza che terminano prima con la visione dei Santi allineati che lo baciano in fronte (con alcuni ironici che gli porgono dei fiori) e poi con un aiuto concreto: un turista marocchino.
 Costui – di cui oggi sappiamo veramente poco, se non che è ricercato per assalti su minori – avvista il povero "salvagentino" mentre sta passeggiando sulla costa.
Attirato dal colore marroncino, corre in acqua in suo soccorso e lo porta presso l'ospedale di gommoni più vicino (chiamato Polignano sul Mare, dove inoltre Yusuf Danjer lavorava come infermiera), eseguendo tempestivamente respirazione bocca a bocca.
La quantità di saliva emessa nel processo (il turista sa solo assalire e non difendere), finisce per far aumentare di centimetri il livello del mare, ritardando l'arrivo: condotto finalmente in terapia intensiva, Salvatore si ritrova in una sala operatoria.
Ancor prima di compiere 2 anni subisce un'operazione alquanto drastica e delicata. 
Per ricucire il tessuto ci sono volute due equipe specializzate nell'anatomia dei salvagente (con l'aiuto non richiesto di Yusuf), oltretutto con difficoltà relative alla sua fase infantile.
Dopo 5 ore di acciacchi, Salvatore si risveglia dall'anestetizzante con un colore diverso: gli antibiotici che ha dovuto assumere per non passare a miglior vita lo fanno passare dal marroncino al giallo (scintillante).
Il principale problema post-operazione, però, non è tanto il forzoso cambio di etnia, quanto l'amnesia: Salvatore è un infante senza nome, sperduto in un posto sconosciuto e non solo è sotto effetto di medicine ma è stato pure assalito da un marocchino che non ha nemmeno visto (e che quindi non potrebbe nemmeno denunciare, anche perché, a 2 anni, non potrebbe nemmeno saperne le modalità).
Quando effettivamente compie i due anni il buon cuore del caporeparto decide effettivamente di comprargli una torta, dei salumi e dei dolcetti con cui festeggiare e allontanare il disagio del mese di riabilitazione in vasca da bagno.
Festeggiato il suo compleanno, Salvatore viene finalmente dimesso e può tornare a navigare nel mare più blu, se non fosse per la sua problematica tutela legale: Salvagente è ormai orfano e questo lo inabilita, a tal punto che, subito dopo averlo realizzato nella sua testa, viene prelevato da degli assistenti sociali di Nuova Delhi arrivati in elicottero che lo rapiscono e lo conducono in un orfanotrofio diroccato.
Lì, Salvagente incontra quello stesso Yusuf Danjer che lo aveva "aiutato" nell'operazione ma siccome in quell'occasione non indossa abiti succinti (ed effeminati) non la riconosce e metabolizza i latrati degli altri sventurati e scappati di casa che vengono straziati dal dolore psicofisico che sono costretti a sopportare fin quando qualcuno non li farà uscire di lì.

Biografia

La fuga dall'inferno

Salvatore ha 4 anni e finalmente una famiglia è disposta ad adottare un nuovo pargolo.

La famiglia in questione è chiamata Da Rivisondoli.

Impaurito ma troppo emozionato si reca nell'ufficio per incontrare i suoi "nuovi" genitori.

Quello che vede è a dir poco agghiacciante: la sua futura madre, Antonella da Rivisondoli, una signorina avvenente (e romana) con un'incantevole barba folta e curata, una pelle linda e pulita (degna di Mastro Lindo©™) che compone un volto angelico e ipnotizzante.

Adornata di una promettente fede, di eleganti e sobri vestiti floreali e da un iconico e sgargiante turbante blu, la figura della madre risplende negli occhi del piccolo Salvagente che sente un Santo dirgli "Hai visto che regalo che t'abbiamo fatto?!".

Salvagente avrebbe annuito se non fosse stato per lui.

Il marito di Antonella, un vermicello verdognolo e dal volto losco imbrattato dal naso a patata (marcia) rivolge uno sguardo agghiacciante e penetrante negli occhietti di Salvatore.

Chiedendosi come diamine un uomo potesse far così scandalo, trova la risposta nei suoi occhi: suo padre, in realtà, non ha lo sguardo da serial killer, ma ha del fondotinta sciolto con salsa di pomodoro e quel che avrebbe dovuto sembrare lontanamente del rossetto (applicato peggio di un castoro paralizzato).

L'abominevole visione del Bruco, che rappresenta un vero e proprio pugno nell'occhio dinnanzi ad una tale Donzella con la D maiuscola, però non lo turba poi più di tanto, consapevole di aver retto la convivenza con Yusuf e, per questo, cercando sempre più di ignorare quelle ciglia finte che infestano i suoi occhi, decide di continuare la conversazione. Se non fosse per un altro problema: la comunicazione.

Salvagente parla l'Indiano e i suoi futuri genitori sono madrelingua italiani. Il Bruco cerca di gesticolare abbozzando una lingua dei segni che solo lui conosce, ma dopo poco s'accorge che Salvatore non ha gli arti e borbotta consapevole di aver dato una pessima prima impressione.

 Seppur con tanti timori, dubbi e incertezze, Salvatore, a 4 anni, prende forse la decisione più importante della propria vita: abbandonare quel dannato orfanotrofio.

L'unica via di fuga è accettare quel destino.

Antonella, che si rende conto del fatto che il piccolino sia a dir poco innamorato di lei, prova un avvicinamento materno nei suoi confronti, chiedendogli il nome e innescando, così, involontariamente, uno stato di stress post-traumatico: Salvagente, non ricordando il suo vero nome, le disse quello che tutti gli davano: जीवन रक्षक (Salvagente).

Il nome è carino ma non essendo un vero nome Antonella si prende il diritto di cambiarglielo: il suo nuovo nome diventa Salvatore Cosimo Augusto Brillante:

  1. "Salvatore" perchè molto simile a "Salvagente";

  2. "Cosimo" in memoria del bacino lacustre dell'Isola del Signor Balocco;

  3. "Augusto" perché la sua bellezza è immensa;

  4. E infine "Brillante", perché brilla di luce propria.

Dopo aver svolto tutti i processi burocratici infinitamente lunghi, finalmente Salvatore è figlio adottivo di Antonella e Bruco.

Per la felicità Antonella lo prende in braccio e lo bacia in fronte.

Saliti sull'aereo diretto a Roma, Antonella è così emozionata che non riesce a non stringere il gommone fino a fargli arrivare la milza in gola. Arrivati a Roma il Salvagente si sente spaesato. Osservando le bellezze e i monumenti della capitale italiana rimane senza fiato, tant'è che si tuffa nella fontana di Trevi facendo quasi beccare ad Antonella una multa salata; ma il suo viso scintillante di gioia è talmente impagabile che la madre asseconda la sua nostalgia dell'acqua e, una volta giunti alla villa lussuosa di Capit'Antly, Salvagente può tuffarsi nella piscina della sua nuova reggia per rilassarsi.

Famiglia

Peripezie in casa Rivisondoli

L'inizio della convivenza va liscio come l'olio: Salvatore non capisce cosa dice la madre, e lei altrettanto.
Con le lezioni di "italiano" dal "professor" Bruco, Salvatore impara sempre di più il dialetto romano, diventando un boro¹ all'enn
esima potenza. Antonella sente la parlantina di Salvagente e si preoccupa. Essendo una donna emancipata, già consapevole del fatto che Bruco è pienamente colpevole, lo strappa dalle sue grinfie per non farlo diventare un mostro. Antonella prende suo figlio sotto custodia e gli insegna le nozioni basilari per riuscire a parlare un italiano corretto (cosa che tutt'ora non riesce a fare il marito). Dopo mesi di studio, Salvagente può finalmente comunicare in italiano, ma è da questo momento che inizia a comprendere le dinamiche della casa Da Rivisondoli: l'origine che accomuna tutte le liti furibonde sono gli atteggiamenti irrispettosi di Bruco verso la famiglia. Per Salvatore quei comportamenti strani non sono del tutto nuovi: un giorno trova suo padre in procinto di truccarsi con i rossetti della moglie e Salvagente, con molto imbarazzo, chiede perché lo stia facendo. Bruco risponde con una sceneggiata degna di nota: si getta sul pavimento e con faccia disperata e sull'orlo del pianto dice: "Ti prego figlio mio, non dire nulla alla mamma! Mi caccerà da questa casa!". Salvatore, che non capisce molto bene l'italiano, si impietosisce e tace.
Un altro avvenimento a cui purtroppo Salvatore ha assistito, e che purtroppo ricorda ancora, si verifica mentre Antonella non era in casa per lavoro: mentre il pargolo sta facendo ciò che vuole, scorge una mandria di uomini truccati con ciglia finte, unghie rosse e appuntite con dei vistosi vestiti da donna.
Estremamente confuso e sconcertato del dubbio stile dei buzzurri, non può non essere attratto dal padre, che li accoglie con un vestiario altrettanto indecente, che lo induce a chiedersi se le scelte di vita che lo hanno condotto fino a lì siano valse a qualcosa.
I dubbi, poi, si amplificano quando Bruco peggiora la situazione parlando con una voce stridula, frivola e meschina che lo induce, per proteggere la propria sanità mentale, a far scrivere tutto ad un dattilografo per consegnare la testimonianza scritta alla madre.
Temprato da quell'esperienza, Salvagente prova un'emozione indescrivibile nel vedere sua madre latrare contro un Bruco indifeso (e col trucco sciolto) che, cercando invano di nascondersi sotto al letto (evidentemente già usato altre volte per situazioni di questo genere), voleva proteggersi dal fato che lo avrebbe atteso a momenti.

Diventata il demonio, Antonella cerca quello screanzato del marito per tutta la casa fin quando, scorte le sue esili zampette, non impugna saldamente la cintura per far ascendere il consorte al paradiso.
Alla vista di un tale scempio, Salvagente è talmente atterrito che, dopo aver visto per un'altra volta le figure celesti, si rifugia nella sua amata piscina e attende che tutto finisca: quando il terremoto di magnitudo 8.4 che segue alla lite finalmente cessa di far crollare tutto il vicinato, l'unica immagine vivida dinnanzi ai piccoli occhi di Salvatore è il padre stracolmo di ematomi rosso peperone e un occhio nero talmente gonfio da aver vinto il Guinness dei Primati per il diametro più grande del mondo (superando persino le ragazze anime).
Cercando di capirci qualcosa, Salvagente chiede alla madre il motivo di quell'apocalisse biblica ma comprendendo semplicemente che suo padre non è affatto un buon esempio si affida alla protezione infallibile dell'infanzia e della madre emancipata per continuare un'accoglienza stabile, per così dire.
L'accoglienza, infatti, non si rivela poi così stabile visto che Salvagente è costretto ad un costante viavai tra le due case della madre, da Roma a Amalfi, dal nonno SaMoo, con cui, tra l'altro, forma un rapporto solidissimo, non solo per l'amore che prova nei confronti del nipote quanto per l'apprezzamento della piscina mastodontica adiacente la reggia adornato di un piccolo bunker con la foto di una gattina, della quale il nonno gli parla sempre.
Se quindi Bruco è una rogna per Salvagente, lui gli vuole comunque bene e, sebbene sappia che non è una brava persona, sa che fa del suo meglio per mostrargli dell'amore paterno (che, invece, sua madre e suo nonno riescono a dimostrargli alla perfezione, facendogli dimenticare il trauma dell'allontanamento dall'Oceano).


¹Utilizzato nel dialetto romano per descrivere un tipico cafone di città.

Carriera

Continuando la tradizione

Salvatore ormai ha 6 anni ed è diventato la mascotte della catena di tabaccherie della madre Comunito Pelatista S.p.A.
Il business, a seguito del suo arrivo, triplica i clienti, tant'è che Sara Lopez (che quotidianamente compra sigarette dalla tabaccheria della sua amica) si complimenta con suo figlio per la sua innaturale bellezza, rivolgendosi a lui con una frase in napoletano stretto:
 
Wa Antonè, e comme è bello 'stu criaturo, come se chiamma? È proprio bellillo tesoro mio (sospiro…). Fans sballamm. عضت الفراشة الحمراء الصغيرة خطمي ، وبعض النبيذ الأحمر جعلني في حالة سكر.
اللعنة هنا ، اللعنة هناك ، اللعنة على رسالة بابا!
زوج من القباقيب وردة في شعرك يا فتى إلى ماذا تنظر؟
يمكنني الرقص ، المداخلة!

 
(Interiezione, Antonella! Di quanta bellezza è dotato il tuo pargoletto?
Come si chiama? Oh, tesoro mio, *sospiro*, è davvero incantevole! Miei seguaci, scateniamoci dinnanzi ad un cotale evento propizio!
*canzone partenopea tradizionale*²)

Un complimento di tale portata fa arrossire il caro Salvagente, che esprime il desiderio di conoscere a fondo Sara Lopez e visitare Napoli. Salvagente nell'azienda svolge molteplici ruoli: siccome il business di famiglia si fonda principalmente sulla compravendita di Telepass©™, mentre Antonella si concentra sulla capitale, Salvatore, invece, copre l'area dell'Asse Mediano, la nota autostrada napoletana (nonché una delle più trafficate).
Sia per la bellezza del soggetto, che per il suo ruolo di mascotte, i guadagni di Salvagente permettono un incremento improvviso dei guadagni del 73%, consentendo alla madre di comprargli un paio di occhiali da sole e di affidargli il ruolo di direttore esecutivo dell'azienda personale, GommoniBrillanti & Co., poi acquistata dal nonno sotto il nome di Asse Meridionale S.p.A in cambio di un Ghiacciolo Tulipano (il preferito di entrambi).
Consolato dal gelato, Salvatore torna dalla madre e ricomincia ad aiutarla con le vendite.

²"La farfallina rossa mi ha morso il muso / Un po' di vino rosso / mi ha fatto ubriacar! / Mannaggia qua, / Mannaggia là / Mannaggia alla dimissione di mio padre [dal lavoro]! / Un paio di zoccoli / Una rosa fra i capelli, / Ragazzo, cosa guardi? / Il ballo, lo so danzare! / Interiezione spavalda!"

Biografia

Incontrando le trans

Salvagente passa un bellissimo fine settimana con il nonno, e trovandosi ad Amalfi, decide di farsi accompagnare a Napoli con la mamma per incontrare Sara Lopez.
Arrivato sul golfo di Gaeta, sbarca a Mondragone.
Mondragone, in provincia di Caserta, è una città ricca di monumenti particolari e turisti di qualsiasi genere.
I due avventurieri s'imbattono nel mercato del pesce, dove vi lavoravano i Rom di tutta la città e tra questi spiccavano due volti: Zarar Abidjan, che vende dei merluzzi fantastici e Yusuf Danjer che lavora come showgirl per attirare i clienti.
Yusuf è vestita in maniera provocante e canta una canzone neomelodica generica.
Antonella vide Yusuf e (alquanto terrorizzata) la saluta ma Salvagente ne resta incantato: appena scruta il grugno di Yusuf entra in uno stato confusionario. Quel viso non gli era nuovo. E infatti costei era quell'infermiera che la "salvò".
Voltandosi allarmato verso la madre, le riferisce che quella faccia non gli è nuova e, per questo, quando Salvatore tenta di avvicinarsi a lei, venendo schiaffeggiato con un pesce spada, impreca in hindi, innescando una reazione impagabile nell'indiano.
I due restano in un silenzio imbarazzato, tombale, scoraggiante, angosciato, basito e allibito e quelle parolacce in hindi inducono Salvagente a ricordare la sua storia e, soprattutto, tutto quello che ha passato in quegli anni di infanzia: Salvagente inizia a raccontare

la propria testimonianza e abbraccia Yusuf, infondendo commozione nella madre Antonella che è talmente entusiasta da voler fotografare il momento per mandarlo al nonno e al padre.

L'immagine colpisce così tanto il nonno SaMoo che piange una valle di lacrime che gli fa implodere la vena Aorta di Atella.

Il piccolo Salvagente, facendosi carico del ricordo del proprio passato, raggiunge Torre Annunziata e avvista Sara appigliata a un telefono nei pressi di una pompa di benzina – il suo luogo di lavoro – mentre sta registrando delle stream sui social: avvicinandosi a lei, si lascia indossare dalla donna partenopea mentre Antonella la abbraccia.

Ricevuto un finanziamento di 25 euro di sigarette e una banconota da 100 euro (che Salvagente non aveva mai visto prima), i due viaggiatori rincasano. Se però Antonella ne esce soddisfatta, Salvatore è in preda a un raptus di follia: l'incontro con Yusuf innesca nella mente del piccolo una reazione a catena di demoni interiori scatenati dall'immagine dei dubbi gusti di abbigliamento dell'infermiera che non riesce a rimuovere dalla sua testa e che non ha il coraggio di confessare alla madre.

Tornati a casa del nonno, comprende che ormai è grande e decide di radunare i genitori e il nonno per raccontare la sua storia. Dopo aver narrato le sue peripezie, SaMoo è una valle di lacrime (la stessa di prima, ma peggio), Antonella piange abbracciata al padre ma Bruco è desideroso di essere baciato dal marocchino.

Dopo il suo racconto la famiglia è più unita che mai, i parenti si rendono conto che in casa hanno un Salvagente forte e tenace e tutti i parenti lontani si abbracciano fra loro raccogliendosi come in un compianto del Giovedì Santo (sono melodrammatici, come tutti i parenti che nessuno conosce).

Famiglia

Debutto al Tulitaco Stand

Durante un autunno tranquillo, si vocifera il successo di un'azienda italo-olandese chiamata Il Tulitaco Stand.
Siccome quest'ultima è di proprietà di Tulipano Gianpierpaolo, e SaMoo e Antonella sono suoi colleghi produttori di tacos e finanziatori, decidono di accorrere e di approfittarne per mostrare i risultati del loro duro lavoro al piccolo Salvatore, per insegnargli come realizzare dei gustosi tacos, per farglieli assaggiare e, soprattutto, presentargli Tulipano.
Nel momento in cui, però, la triade arriva allo stand, proprio quando Tulipano parla per la prima volta a Salvagente, Antonella cade in un tombino e SaMoo è troppo occupato ad aiutarla a uscire.
Antonella, però, è quattro volte più grande del tombino e per questo è necessario chiamare un elicottero, il camion dei pompieri, la macchina della polizia forestale, l'ambulanza con i defibrillatori e un carroattrezzi; in questa bolgia infernale, SaMoo affida la reggenza dello stand al nipote affinché possa sostituirlo al lavoro e conosca Tulipano.
La situazione è molto imbarazzante per il pargolo, che si trova in un frastuono talmente elevato da fargli sanguinare delle orecchie che nemmeno ha e con una persona che non ha mai visto (e con un occhio fluttuante!).
Vincendo l'ansia sociale, Salvatore chiede con voce dolcissima (e occhi anime luccicanti) come si chiami il fiorellino con il cappellino e la cravattina dinnanzi a sé e sin dal primo giorno i due formano un legame di parentela: Tulipano viene scherzosamente soprannominato prozio, perché, in fondo, tra lui e il nonno è come se vi fosse un legame paterno (anche se, in realtà, è un legame zio-nipote), e Salvagente approfitta dell'operazione speciale per riportare la madre in superficie per collaborare con Tulipano e realizzare delle opere d'arte di gastronomia moderna con rifiuti tossici radioattivi e rimasugli di prosciutto che si rivelano essere talmente apprezzate dai recensori online da far erigere, nei pressi dell'azienda, una statua d'oro del Salvagente.
Deliziato da una tale escalation, quando Salvatore deve tornare a casa chiede a Tulipano quando e dove egli possa venire a trovarlo: il fiore risponde che, se avesse voluto, avrebbe potuto visitare l'Isola Duraruza del nonno (della quale, tra l'altro, Salvatore non sapeva nulla), dove lui l'avrebbe trovato assieme al suo prozio di sangue, il Maresciallo Mariolone.
All'idea dell'esistenza di una persona che sia insignito del titolo di prozio, Salvatore supplica la madre di andare a visitare l'Impero: per quanto turbata da una tale richiesta, Antonella decide di accontentare il suo figlioletto, avendo acquisito grande dimestichezza dalla sua esperienza da segretaria ufficiale.
Quando Salvagente vede Mariolone per la prima volta, gli da subito del tu e il legame fra i due, come spesso commenta SaMoo in queste occasioni, si rivela spumeggiante.

Impero Salvagenteo

Alla scoperta del prozìo

Nel corso della sua vita, Salvatore comprende che non può vivere per sempre sotto le ali di Mamma Oca Antonella e per questo decide di abbandonare la casa romana di Antonella e Bruco per trasferirsi presso l'Isola del Signor Balocco, possedimento personale di suo nonno SaMoo (che adora).
Dopo essere approdato sull'atollo del nonno, Salvatore è estremamente contento nel rivedere Tulipano: dopo l'esperienza del Tulitaco Stand si è praticamente innamorato di lui e, per questo, quando vede una certa intesa fra lui e il nonno resta particolarmente emozionato.

La scioccante rivelazione del fatto che il fiore sia il nipote di suo nonno lo fa impazzare di gioia e per questo, avendo emesso una flatulenza per la prima volta nella sua vita, chiede (e supplica) al prozio che gli faccia da Cicerone per tutta l'isola.

Tulipano accetta e mostrandogli tribunali, pezzi di storia e monumenti che rimandano alla tradizione guerrigliera e culturale dell'Impero di SaMoo Duraruzu Ⅰ di Balocco, viene interrotto quando, dalla sua dimora, esce un signore vestito da salsiccia che lo saluta assieme al pargolo al seguito. Salvagente, però, è estremamente irrequieto e riconosce quel signore mai visto prima: costui è Mariolone Bubbarello, il suo vero prozio.

Salvagente è sul punto dell'autocombustione spontanea e passa tutto il pomeriggio assieme ai due prozii.

Dopo mesi e mesi di convivenza con la sua nuova famiglia, il primo dell'anno Mariolone decide di organizzare un progetto particolarmente impegnativo: come reminiscenza dell'Impero Duraruzo, che ha ormai perso il dominio militare su tutto il Mediterraneo, egli decide di donare al Salvagente brillante un Impero che porti il suo nome e la tradizione di famiglia.

Benché tutta la famiglia fosse stata convocata alla cerimonia di inaugurazione e, per l'occasione, Mariolone avesse dato sfoggio delle proprie abilità da esorcista evocando un tulipano demoniaco, Helltulip, al fine di far erigere una reggia in un'istante, dopo soli dodici ore il piccolo decide di abiurare il proprio potere, abbandonando la missione di colonizzazione di Planet Tulipo, essendo improvvisamente investito dalle responsabilità, dalla legge e dalla pressione fiscale del suo stesso regno.

Della storia del breve (ma intenso) Impero Salvagenteo si ricorda la prima battaglia sul Pianeta, durante la quale, dopo aver picchiato brutalmente dell'aglio (caduto dalle tasche di uno degli astronauti, che si è ancora indecisi essere o il padre Bruco o il suo migliore amico Rana, entrambi incarcerati a seguito dell'episodio), Salvagente colonizza un piccolo laghetto che, con la massima originalità, viene battezzato Lago di Como.Ben presto il lago viene riconquistato (anche perché, in fondo, nessuno prese mai sul serio quello Stato) e quando Salvagente torna al castello trova una mandria di poliziotti imbufaliti in cerca di rogne: da questi viene interrogato e multato per indecenza in luogo pubblico (1000 € e non sentirli, gli avevano detto).

Biografia

Età adulta

A seguito dell'ennesima delusione, Salvatore prende l'improvvisa e altrettanto ingiustificata decisione di farsi esplodere col potere del diossido di carbonio compresso, ma viene circondato dalle forze di Polizia che lo querelano e lo fanno arrestare: Salvagente viene condannato all'ergastolo, per poi venir liberato dallo stesso nonno SaMoo, che si sente (parzialmente, a detta sua,) in colpa per ciò che Salvatore ha dovuto passare, che quasi considera più come suo figlio che come suo nipote: dopo aver pagato la cauzione, decide di prendere atto delle conseguenze della fedina penale sporca dell'amico gommoso e per questo gli promette che, qualora fosse stato nuovamente incarcerato, avrebbe diviso la pena con lui.
Dopo gli ostacoli che la dura vita gli ha posto dinnanzi, Salvatore si stabilisce pacificamente presso l'Isola del Signor Balocco, terminando un altrimenti eterno viavai tra Amalfi e Roma.
In questo momento sta frequentando l'Oceano Atlantico dove gioca con i delfini, riuscendo, fortunatamente, a ritrovare alcuni suoi simili ex-membri di tribù.
Salvatore, però, non ha abbandonato il lavoro presso l'azienda della madre, se è vero che, oltre ad aiutarla nelle mansioni manuali, lavora come animatore ai parchi acquatici e studia presso la Facoltà di Medicina dei Salvagente d'Infanzia nell'Oceano Atlantico per poter affinare le conoscenze in Biologia, Anatomia e Medicina e, così, migliorare la vita di altri salvagente sventurati altrimenti destinati a vivere la sua stessa storia.

Onorificenze

ONORIFICENZE ACCADEMICHE
📜 Diploma in Medicina dei Salvagente d'Infanzia 
Onorificenza non ufficiale dell'Oceano Atlantico
📜 Laurea in Biologia Università La Sapienza di Roma
📜 Laurea in Anatomia Università La Sapienza di Roma
📜 Laurea in Medicina Università La Sapienza di Roma

Galleria

Voci correlate

Mr. Gattone
Senseia Bruca 
Gesualdo 
Nino Blu
Sara Esposito 
Bocca Ale 
Zarar Abidjan

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