
👥 Voce della community:
realizzato da SaMoo

” Da Tulipedia, l'enciclopedia olandese „

Yusuf Danjer, soprannominato Gey, nasce il 13 marzo 1977 a Nuova Delhi.
Lavora presso l'ospedale "Polignano sul Mare", come cosplayer di donne biologiche.
È dichiaratamente transgender e si trova sotto la reggenza del tutore legale Anish che non la lascia andare nonostante sia già stato adottato da SaMoo.
È inoltre fidanzata con Zarar Abidjan.
Biografia
Infanzia
Yusuf nasce a Nuova Delhi il 13 marzo 1977 da una famiglia di condizioni economiche pessime.
Primogenito di tre figli, già dalla tenera età è obbligato dai genitori ai lavori forzati, guadagnando 1,09 rupie¹ ogni 12 ore di lavoro.
A causa della fatica si spezza 27 vertebre e di conseguenza la sua statura diminuisce molto, rimanendo ancorato nei suoi 150 centimetri. Gli atteggiamenti tendenzialmente femminili di Yusuf fanno imbestialire il padre, che ha una visione chiaramente retrograda verso il primogenito che dev'essere uomo alto, virile e possente per tenere alto il nome della stirpe Danjer, per poi sposarsi e diventare padre.
Yusuf è consapevole di non rispecchiare la descrizione del padre, ma sentendo sulle sue spalle una grande responsabilità cerca in tutti i modi di accontentarlo. In casa presenta ai genitori ogni giorno ragazze diverse, affermando che fossero le sue fidanzatine, cosa che rendeva inevitabilmente orgoglioso il padre. Ma il problema sussiste pochi attimi dopo: quando Yusuf e la donzella² si recano nella cameretta e iniziano a giocare con i pupazzi di pezza.
Ogni volta che ciò accade, il padre s'imbestialisce e prende tempestivamente un calzino con all'interno un sasso e una cintura in pelle per picchiare Yusuf. Da questi innumerevoli e ripetuti episodi che i genitori hanno i primi sospetti sulla dubbia sessualità di Yusuf.
Ma il padre rimane fermamente convinto che usare la violenza sia l'unica cura. Yusuf però resta imperterrito: continua a giocare con le bambole di pezza e a truccarsi.
Il padre è stufo di tale situazione, che è diventata intollerabile e indignitosa. Quindi i genitori di Yusuf decidono di mandarlo in un collegio del Bangladesh, riconosciuto per lo sfruttamento dei bambini per la produzione di magliette di basso costo, per il solo lucro dei siti fast fashion. La madre, che è indubbiamente d'accordo con le scelte del coniuge, nel profondo della sua anima, però, prova un po' di empatia per il figlioletto.
¹1,09 rupie ≈ 0,01 € (a maggio 2023)
²La donzella numero cinque.
Biografia
Un lungo viaggio
Un giorno, all'improvviso (mi innamorai di te, ndr.) Yusuf viene cacciato di casa a pedate nell'orifizio per poi essere spedito nel collegio di cui precedentemente i genitori discutevano.
Ritrovatosi da solo, metabolizza il fatto che l'unica cosa che possa aiutarlo sia la mappa che conta 1.597,6 chilometri e 322 ore di viaggio necessarie.
Yusuf si dispera, ma volendo rendere fieri i genitori non demorde, e decide dunque di affrontare il duro viaggio.
Il cammino inizia e Yusuf vaga per il centro di Nuova Delhi, già stanco e sofferente: per questo decide di comprare un triciclo con le poche rupie che egli aveva con sé. Però i costi nella capitale sono alti, ed egli non possiede abbastanza rupie, quindi, in accordo con il titolare del negozio, decide di affittarla per mezza giornata. Grazie alla bicicletta – ovviamente rosa scintillante – guadagna tempo, fino a raggiungere la fermata dell'autobus. L'autobus si fa aspettare fino alla mezzanotte e Yusuf, per passare il tempo, si reca presso una boutique femminile. Tra i capi di abbigliamento trova un lip-gloss³, che cerca di rubare.
Nell'attuare questo gesto frivolo e meschino viene smascherato da una commessa, che lo porta immediatamente nella stazione di polizia più vicina. Scortato dagli agenti, Yusuf viene rinchiuso nella sala d'attesa dove resterà per sei ore patendo la fame, la sete, la solitudine, la crisi d'identità, la responsabilità delle proprie azioni, la pressione fiscale e i dubbi sulla sua sessualità.
Quando però gli agenti si ricordano miracolosamente di lui, spaventato del fatto di dover altrimenti dormire sulle pericolose e trafficate panchine di Nuova Delhi, Yusuf decide comunque di risiedere in questura per tutta la notte.
Quando però Yusuf, stanco di tutto questo, evade con scatto felino, viene sorpreso dal titolare che, prendendolo per un truffaldino, gli dà una biciclettata tra capo e collo che lo manda in un breve coma.
Dopo questo sgradevole inconveniente, il riflesso incondizionato da indiano di Yusuf lo induce a balzare verso un autobus che stava passando lì vicino; sebbene si credesse fortunato, ben presto, si rende conto che l'autobus, ancora in moto, stava viaggiando verso la fermata successiva e dopo il coma prende una craniata contro il vetro della porta.
Yusuf quindi non può far altro che piangere, divincolarsi su se stesso e prendere a pugni la strada (cadendo in un terzo coma).
Con le nocche arrossate, si imbatte in uno dei ponti maggiori della capitale indiana e mentre lo attraversa viene investito da un camion che trasporta vacche, dal peso straordinario di 1297 chili l'una.
Dopo un'altra ora passata a terra⁴ gemendo inconsciamente dal dolore, viene finalmente soccorso da un passante che lo porta seduta stante presso il Pronto Soccorso più vicino. Raggiunta la sede della Croce Rossa, Yusuf si sente sollevato per aver, perlomeno, guadagnato quattro chilometro e per questo, a seguito di un breve soggiorno in ospedale (che non scorderà mai), Yusuf scappa con una gamba slogata, tre costole rotte e sette vertebre fracassate.
Trovandosi solo e spaesato, per la seconda volta, lo sciagurato chiede a una vecchietta di offrirgli un passaggio. La vecchietta osserva per qualche secondo il grugno di Yusuf e, reagendo male, gli sferra uno schiaffo talmente forte da fargli cadere e deglutire due denti. Quinto coma.
Superato il girone infernale della capitale indiana, il nostro povero pargoletto a soli nove anni ha vissuto una crisi d'identità, ha i debiti sanitari e, per giunta, è odiato da mezzo paese (perché è troppo invadente).
Dopo dodici ore di camminata, stanco e affamato, entra in una scuola, spacciandosi come alunno per poter rubare delle cibarie. Mentre infila il suo corpo nel distributore automatico per prendere qualcosa, la dirigente nota questo atteggiamento strano e chiedendo il nome del fanciullo, viene a sapere che non fa parte dei registri di scuola. Nonostante le preghiere in hindi di Yusuf, siccome la dirigente è buddhista si arrabbia così tanto da chiamare la polizia, dargli del disgraziato e denunciarlo per molestie e messa in pericolo di minori (benché il minore "minore" di tutti): Yusuf viene scortato dalla polizia, triste e affranto, e dopo aver tirato uno scappellotto dietro l'orecchio dell'agente, viene immobilizzato ripetutamente con il taser fin quando l'alta tensione dell'oggetto si concentra così tanto dal rendere lo stesso Yusuf una manetta elettrica.
Dopo un sesto coma, molto più grave degli altri, Yusuf si risveglia in tribunale molto apprensivo e molto spaventato: la situazione peggiora ancor di più quando sente il verdetto del giudice, che causa un involontario squaraus⁵: "7 giorni di reclusione".
Benché l'idea di avere la fedina penale sporca a nove anni lo inquieti, Yusuf si rincuora comunque consapevole del fatto che così potrà vedere dei viveri per la prima volta dopo lungo tempo.
³Il lucidalabbra, detto anche gloss è un cosmetico, che serve a far apparire le labbra più lucide.
⁴Questo è il quarto coma.
⁵Emissione di feci liquide o semiliquide, che ha luogo di solito in più scariche giornaliere, o anche in un’unica evacuazione. Può essere provocata da numerose cause: errori dietetici, abnormi fermentazioni e putrefazioni, enteriti, coliti e altre malattie intestinali, intossicazioni, stati neurotici o emozionali, insufficienza secretoria dello stomaco.
Biografia
La reclusione
Yusuf entra in galera. Cella 2-b, quella per i minorenni.
Yusuf ha la possibilità di chiamare i genitori e non aspetta altro da quando l'hanno abbandonato.
Yusuf prova a chiamarli e dopo alcuni tentativi, finalmente ha una loro risposta: appena, però, capiscono che a parlare è lui, non esitano a chiudere bruscamente la chiamata.
Yusuf è oltraggiato: riprova a chiamare, ma, ormai, non c'è nulla da fare.
Nessuna risposta. Imbestialito, lo scappato di casa inizia a picchiare ogni essere vivente, tra lattanti e preadolescenti vigliacchi.
Dopo aver ucciso a pugni un'intera colonia di calabroni senza subire alcun danno, Yusuf viene avvistato dalle guardie mentre sta picchiando le mura con una tale veemenza da raggiungere il settimo coma della sua vita, ancor prima di compiere dieci anni.
Dopo due giorni, Yusuf si ritrova ignudo e infreddolito.
Confuso, cerca dei brandelli per coprirsi l'arma da fuoco che si frappone fra i suoi arti inferiori e, nel processo, riesce a trovare della "roba" commestibile, che inghiotte come fosse l'ultima cosa che avrebbe fatto nella sua vita: mangiato quel che si era rivelato essere del muschio, si riaddormenta in un letargo durato altri due giorni.
Quando si risveglia una seconda volta, sempre pettirosso al vento, stavolta si ritrova con le unghie viola: incuriosito dalla situazione, mangia altro muschio e si riaddormenta (parte 2, ndr.).
Risvegliandosi, decide di recarsi alla mensa, ritrovandosi con il brandello giusto, con il muschio giusto: all'ingresso, però, trova due titani di due metri di altezza, muscoli degni di Ercole e i tatuaggi di Fedez (ritraenti figure celesti, cuori e i nomi delle mogli e delle madri) che impugnano saldamente un machete.
Compreso che in carcere può valere solo la legge del più forte, tiene il pugno chiuso e sferra un montante a uno dei due energumeni.
Riuscendo soltanto a sfregiargli lo zigomo (rigeneratosi dopo 34 petosecondi), Yusuf subisce un contrattacco: metà del suo orecchio viene tagliato e per poter riacquistare l'udito potrà soltanto riattaccare il pezzo con della colla di scarsa qualità (sputo).
Dopo aver riparato al danno alla bell'e meglio, però, viene pedinato dal suo aguzzino, che lo rincorre per tutto il perimetro del carcere: la fuga dello sciagurato, però, è studiata nei minimi dettagli e, sottraendo un tagliaunghie, taglia le sbarre e fugge dalla finestra.
Nella notte, quindi, sfrutta il condotto appena creato per poter passare per la porta principale: c'è però qualcosa che non quadra, e qualquadra che non cosa.
Non c'è nemmeno una guardia.
Non c'è mai stata una guardia.
Il contorcimento d'organi è dolorosissimo, l'orecchio genera un rumore insopportabile, le ascelle di Yusuf emanano un olezzo irriproducibile.
Yusuf è libero, o meglio, lo era già stato da tempo, ma non se n'era mai accorto.
Al fine di riprendersi quei sei giorni di fanciullezza rubata, mangia talmente tante barrette proteiche da avere le allucinazioni: viste le figure serafiche e misericordiose, Yusuf è determinato ad arrivare fino in fondo. "Bangladesh, stiamo arrivando!"
Biografia
Arrivo a destinazione
Uscito di galera, altri due giorni di pellegrinaggio interminabile aspettano il nostro disagiato: mangiando topi di fogna e dormendo nelle carcasse delle macchine smembrate dai nomadi, Yusuf stringe i denti e riesce a tirare avanti la propria vita soltanto tramite l'ardente desiderio di raggiungere il Bangladesh.
Al termine della sua traversata, finalmente raggiunge la stazione diretta verso la sua destinazione: sostando presso una tabaccheria vicina, prova a comprare un biglietto, ma si presenta un problema insormontabile: il tabaccaio gli riferisce che, nonostante il biglietto costi la miserrima cifra di 1,10 rupie, Yusuf è sprovvisto di un centesimo, necessario per completare la transazione.
Yusuf ha un flashback del Vietnam. Un brivido innesca un istinto omicidio nel viandante, che, sporco di muffa, polvere, sangue, urina e squaraus, sputa in faccia al tabaccaio e pronuncia per la prima volta nella sua vita un'offesa alla sua famiglia.
Il tabaccaio, sentendosi oltraggiato, non esita a chiamare la sicurezza.
Pessima mossa. Yusuf è una iena. Urla e sfonda la porta a morsi, dopodiché corre in stazione, mette al tappeto dei passanti che provano a placcarlo e fa irruzione pagando con i soldi sottratti ai soggetti mandati al tappeto.
Yusuf è rosso di rabbia, non lo era mai stato così tanto in vita sua.
Finalmente, però, può raggiungere il Sacro Graal in treno.
Il tempo passa. Dopo oltre 48 ore di viaggio, Yusuf, con le unghie scorticate e sanguinanti, viene svegliato da un controllore che gli chiede il biglietto: il ragazzo, privo di qualunque energia, ha a malapena la forza di pronunciare "नहीं.", "No.".
Il controllore, quindi, con il minor tatto possibile preme il bottone della porta di emergenza e lo butta fuori.
Mezzo morto, gli occhi del fanciullo indiano processano solo la scritta "Calcutta", posta su un cartello vicino. La distanza dal Bangladesh è infima, e quindi, emozionato, corre come un pazzo.
Finalmente, dopo 20 giorni complessivi di viaggio, è arrivato al confine tra Bangladesh e India.
Superato il varco, Yusuf riprende la forza di andare avanti deglutendo un intero chilo di terra. Dopo nemmeno un metro, però, cade in burrone, restandone incolume. Risalendo, viene inseguito da un branco di gatti, contro cui riesce ad avere successo: sale in groppa a un cavallo, ma esso gli mozzica il gluteo sinistro, facendolo cadere.
Dopo tre strani e inaspettati colpi di fortuna, il bambino viene investito dalla furia di 300 chili di equino e sviene.
Miracolosamente, dopo l'ottavo coma della sua vita, Yusuf, si risveglia senza l'epiderma⁶, ma consapevole del fatto che in un modo o nell'altro qualche ferita l'avrebbe presa in Bangladesh, si rialza (amplificando il rischio di morire una volta e per tutte dissanguato) e continua il viaggio.
I felini che prima era riuscito a seminare, tornano per scorticarlo ulteriormente e dopo averli stesi viene poi aggredito da dei cani che, invece, gli mandano il polpaccio.
Yusuf, allora, si ferma un attimo, chiede al redattore della sua voce di smetterla di fargli passare le pene dell'Inferno e le figure celesti, accordata la sua richiesta, gli danno una tregua di 7 giorni: in questa settimana, Yusuf ha il tempo di ricostituire il proprio organismo e, camminando ad un ritmo più umano, raggiunge finalmente il collegio e si sente investito dal desiderio di mangiare decentemente, dormire su un letto comodo, farsi una doccia e studiare.
⁶Strato esteriore della pelle.
Biografia
Vita in collegio
Il collegio vede le condizioni pessime di Yusuf e per questo si trova estremamente titubante sull'ammissione del caso umano: dopo un'assemblea del corpo docente, Yusuf viene rifiutato e, per questo, fa leva sulle suppliche e sull'esposizione della sua condizione familiare disastrosa per salvare il salvabile.
La preside, che si dimostra comprensiva, spende l'intera serata a fare delle chiamate urgenti.
Dopo alcuni minuti, Yusuf, confuso, si accosta alla porta per origliare, ma viene investito da un rumore iperbolico.
Il collegio esplode.
La dirigente vede la scena consumarsi per intero: una risata isterica si leva nella landa desolata che mostra le macerie del luogo di insegnamento, raso al suolo per la natura psicopatica di una sola donna.
Non ci sono superstiti. Solo lei dinnanzi a un mare di fuoco.
Accanto a lei, però, c'è ancora Yusuf, spaventato dal trambusto e salvato appena in tempo.
La preside, in tutta risposta, pronuncia una frase che temprerà a vita il bambino, che non ha ancora dieci anni: "मुझे गंदे प्राणी पसंद नहीं हैं।", "Non mi piacciono gli esseri sporchi".
La donna sfodera una pistola e la punta contro il bambino.
Con balzo felino, Yusuf le strappa la pistola, gliela rivolta contro e, senza nemmeno esitare, la aziona.
Completato l'atto, e sporcandosi nuovamente la fedina, le ruba il telefono e chiama i genitori: un lungo litigio si leva in quella landa desolata e Yusuf sentirà la sua voce avere una nuova sfumatura.
Il colorito delle sue parole compromette la sua puerilità e, rivolgendosi ai genitori, sente il timbro della sua voce farsi più roca, simbolo che sta crescendo.
Ormai Yusuf non è più bambino e i genitori, temendo forse la grande determinazione del figlio, che avrebbe potuto sfuggirgli di mano, per la prima volta gli danno ascolto: Yusuf torna a casa, ma ciò che ha visto in un mese non lo dimenticherà mai, mai e poi mai.
Biografia
L'incontro con Zarar Abidjan
Alla veneranda età di 9 anni, Yusuf inizia a frequentare la scuola primaria locale. Yusuf si sente spaesato, dato che, non avendo frequentato nemmeno l'asilo, non ha alcuna familiarità con il contesto scolastico. In classe si trova bene con tutti e instaura anche delle forti amicizie, prevalentemente con le donne (con un tal Pierino, che di donne se ne intende circa per il suo sguardo seducente per i piccioni), facendo risollevare la speranza dei genitori, che si illudevano che esse fossero le spasimanti del figlio.
C'era una persona che, però, smuoveva la rabbia incondizionata di Yusuf: un ragazzo che portava il nome di Zarar Abidjan.
All'udire del suo nome, Yusuf andava in escandescenze e lo odiava per le origini pakistane⁷ e per il suo fetore insistente di pesce.
Ben presto i due si scontrano con una tale frequenza da essere abituati a fratturarsi la mandibola con dei pesci, usati come clave: solo Yusuf se la fratturerà per 58 volte nel giro del quinquennio elementare.
Questo atteggiamento brusco muove la preoccupazione della madre, che spesso e volentieri le chiede il motivo del rossore delle sue guance, e la risposta è sempre la stessa: l'hanno preso a pesci in faccia (o, come almeno sentivano i suoi genitori, si erano fatto prendere a pesci in faccia).
Questo comportamento viene severamente punito dal padre, che ogni volta che viene a sapere dell'accaduto, rinchiude Yusuf nello scantinato per 12 ore, mettendolo in punizione "per riflettere su ciò che ha fatto".
Ben presto, quando l'evento si ripete fin troppe volte, i genitori di Yusuf lo spingono a invitare le sue amiche a casa, cercando di spingere in lui una forma di romanticismo indotto che, tuttavia, non avrebbe mai messo in pratica, almeno per loro.
⁷La rivalità fra India e Pakistan è una degli esempi di rapporti internazionali instabili più conosciuti al mondo.
Biografia
Adolescenza
A 12 anni lascia la scuola a causa delle troppe prese in giro e si iscrive, nonostante i pareri discordanti delle amiche, in un istituto privato, pieno di tamarri indiani col marsupio dell'MD©. Si specializza l'anno successivo in Lingue, apprendendo il francese al fine di avverare il suo sogno: viaggiare a Parigi e rubare del fromage. Sogno che non si avvererà mai, poiché il padre pensa che la Francia sia per omosessuali e Yusuf si sarebbe contaminato. A 14 anni si iscrive in Infermieristica, per avverare un altro suo sogno: diventare infermiera per ammaliare i pazienti.
Ma ben presto, a causa delle prese in giro dei suoi compagni di corso per il suo aspetto poco femminile, cade in una crisi di estrema intensità che fa preoccupare così tanto la sua famiglia che decide, per la prima volta nella vita, di affidarsi ad un medico: gli viene diagnosticata la depressione.
Per poter vincere il "brutto male", Yusuf scrive delle email a dei bambini di quattro anni più piccoli di lui, prendendo a caso su Internet i loro indirizzi di posta elettronica, consapevole che, se l'avesse fatto, li avrebbe ingannati senza subirne le conseguenze: il suo scopo era farsi regalare dei sombreri (per poter convincere il padre ad andare in Messico, o meglio, ad andare in Francia ma sfruttando il suo analfabetismo per fargli CREDERE che sarebbe andato da un'altra parte che lui non definisse LGBT).
Il piano non finisce bene: Yusuf viene ben presto denunciato e condannato a un anno di galera per stalking e pedofilia. La cauzione è di 200.000 rupie. Yusuf disperato, rivela tutto al padre e la sua reazione non fu piacevole per Yusuf, perché il padre lo prende a sprangate sul sedere.
Yusuf risiede solamente per un mese in galera dato che i genitori hanno pagato la cauzione (soltanto per non attirarsi i pettegolezzi circa la figura di un figlio carcerato e possibilmente omosessuale).
Dopo essersi infine qualificato in Infermieristica, inizia a lavorare nell'ospedale "Polignano sul Mare" specializzato nella cura e nella prevenzione delle malattie dei salvagente.
Affitta uno stanzino privato dove fare pratica con le operazioni chirurgiche (che non riesce ad azzeccare dopo nemmeno vent'anni di tirocinio che sta ancora praticando).
L'operazione più importante di Yusuf avviene quando deve soccorrere un salvagente marroncino in fin di vita a causa di una lacerazione e nei cui confronti opera, prima leccandosi il dito indice, e poi chiudendo il buco e dicendo ai medici di andarsene in quanto l'operazione era stata conclusa (chiedendo anche un cospicuo aumento).
Dopo aver ricevuto una pugnalata col bisturi ed essersi accasciato a terra, quando realizza che i medici l'hanno aggredito e messo da parte, si lecca l'altro indice, copre la ferita e continua a importunare il paziente: l'operazione, durata lunghe e interminabili ore, sarà costellata di interventi di Yusuf (basati sul coprire i buchi alla bell'e meglio) per altre 8 volte quanto le dita che non ha ancora leccato.
La situazione degenera quando Yusuf si toglie i calzini e viene cacciato dalla sala operatoria. Da allora, però, Yusuf nutre ancora il desiderio di rivedere il paziente (e gonfiarlo) e, per questo, quando il salvagente verrà dimesso dall'ospedale e verrà mandato in orfanotrofio si offrirà di diventare la sua mammina. L'unica risposta: uno sputo.
Biografia
Rivelazioni
Dopo le vicissitudini con le amiche, Yusuf inizia a frequentare ufficialmente Zarar quando inizia ad avere le idee chiare sulla sua sessualità: sentendosi sempre meno maschio, Yusuf decide di mostrarsi al compagno impertinente come vuole e, per questo, viene subito accettato. Con questa solida base, Yusuf perdona Zarar per tutte le liti e, accogliendolo in casa, lo presenta ai genitori.
I due, per via della conoscenza durata anni a scuola, formano subito un'intesa vincente che fa serpeggiare nei genitori l'idea dell'omicidio: i tutori di Yusuf non riescono affatto anche semplicemente a pensare che il loro figlio sia effeminato e decidono, davanti al suo ragazzo, di frustarlo, facendogli vomitare il femore.
Se quest'incidente, sfociato nell'ospedale, avrebbe dovuto rappresentare una punizione esemplare, per Yusuf, invece, il gesto crudele ebbe l'effetto opposto: il tentativo sommesso di Zarar di coprirsi gli occhi viene interpretato come una timorosa compassione nei suoi confronti e decide, per mantenere intatta la sua reputazione, di fare il passo avanti e, a 17 anni, di accettare finalmente la sua transessualità.
Dopo essere stato dimesso, racconta la sua posizione ai genitori, che continuano imperterriti a bullizzarlo e assalirlo.
Dopo giorni e giorni di convincimento, suppliche, formule religiose e appelli alle figure celesti, il padre di Yusuf ingaggia un terrorista islamico che possa, come sicario, "purificare" il figlio facendolo implodere.
Yusuf riceve la notizia in una maniera simile a Biancaneve e i Sette nani: il sicario gli informa dell'ordine ricevuto perché compassionevole nei suoi confronti (anche suo figlio era trans) e decide, quindi, di dargli cinque secondi prima di sparargli senza pietà con il suo mitra, per poi chiamare i rinforzi e sganciare una bomba nucleare con un elicottero (e, se fosse sopravvissuto, ficcargli un missile nel setto nasale).
In quei cinque secondi, Yusuf diventa Speedy Gonzalez, supera la velocità della luce, rompe il muro del suono e vince le elezioni presidenziali in Sri Lanka.
In quei cinque secondi, Yusuf fa andare il parlamento dello Sri Lanka in autocombustione spontanea, fa lui stesso quella medesima fine e, spegnendosi sputandosi sul ginocchio, si rifugia presso l'orfanotrofio più vicino, ma la sua faccia da psicopatico spaventa così tanto i sorveglianti che lo macellano a colpi di spada laser (o meglio, spade di plastica comprate in una bottega da quattro soldi).
Tutta la scena si consuma dinnanzi a quel gommone brillante che aveva soccorso anni fa e, per questo, prima di andare ad agonizzare da un'altra parte, Yusuf gli dedica una poesia d'amore in hindi e fugge con una fuga fugace.
Dopo essersi accasciato a terra, esaurite le energie, viene miracolosamente soccorso da un passante, un tulipano arancione in sari⁸ e tipicamente di mezza età che, innamorandosi delle sue labbrone carnose, lo porta con sé e decide di diventare il suo tutore legale (forse l'unico essere al mondo che, oltre a Zarar, gli vuole bene).
⁸Abito tipico dell'India. Esso consiste in una fascia di stoffa larga circa un metro, la cui lunghezza può variare dai quattro ai nove metri, che viene avvolta intorno al corpo dell'indossatore con metodi che variano a seconda della sua funzione.
Biografia
L'adozione
Dopo essersi rifugiato in orfanotrofio eludendo le guardie che precedentemente lo avevano bastonato, Yusuf festeggia la maggiore età con i suoi amici (inesistenti, se non contiamo Anish, sempre presente come un terzo incomodo e il gommone, che lo odia come poche cose al mondo).
Si sveglia il giorno dopo sul ciglio della strada.
Il collaboratore dell'orfanotrofio, quando viene a sapere del compimento della maggiore età della donzella, infatti la caccia via, consapevole che non può più essere perseguito penalmente.
In preda ad una crisi esistenziale si distende per terra e si agita, cercando di divincolarsi dai suoi demoni interiori. E sarà proprio in quel momento che SaMoo incontrerà Yusuf.
Costui, noto come il Pontefice Bovino Serenissimo, e nato di battesimo come SaMoo Duraruzu Ⅰ di Balocco, giunge nel territorio indiano per completare i suoi studi in Erasmus e, incuriosito dal caso umano che si trova di fronte, comunica con lui/lei (scegliere non saprei, ndr.) usando Google© Traduttore™. Yusuf è commosso/a (non lo so ancora, ndr.): prima d'ora non aveva mai visto una cosa simile.
Di tecnologia non sapeva niente, e se ne aveva sentito parlare, pensava che di certo non avrebbe mai visto nulla del genere in tutta la sua vita.
Di colpo si ritrova a parlare con una mucca (sacra!), una mucca (sacrissima!) che lo/la (i, gli, le, ndr.) capisce.
Quando riceve la notizia che SaMoo vuole portarla (ci siamo decisi, ndr.) con sé a Napoli, Yusuf canta a squarciagola nell'accento hindi più stretto che fosse mai riuscita a sfoderare.
L'emozione è indescrivibile, le lacrime grandi quanto sassi, la frequenza cardiaca più elevata dello stipendio dell'uomo indiano medio.
Senza porsi alcuna domanda, fidandosi ciecamente del chierico, comunica il tutto a Anish, che, però, trovandosi in disaccordo, chiama anche lui un sicario per farlo implodere (vizio di paese?, ndr.).
Prima di scappare a Napoli, Yusuf chiede al suo salvatore di portare Zarar con sé e lui, alquanto sconcertato, accetta comunque.
Yusuf si ritrova a Napoli, più precisamente a Mondragone.
SaMoo decide di ospitarlo a casa e lei, spaesata, non riesce a capire la lingua italiana e trova non poche difficoltà a integrarsi.
Ben presto, però, consapevole di aver finalmente lasciato il terzo mondo, perde la depressione, impara (malissimo) la lingua italiana e, accantonandola, sfrutta sempre il traduttore (o spesso ne fa anche a meno) e incontra i figli di SaMoo: fra questi Antonella da Rivisondoli, una donna pelata e barbuta che la incanta così tanto da farle chiedere la bisessualità, che prima d'ora non si era nemmeno mai chiesta.
Repressa l'attrazione una volta compreso che Antonella è sposata (e soprattutto, per quanto bella, non è il suo tipo), ricordandosi che, in fondo, di donne come lei ce ne sono anche in India sente che, ormai, la sua nuova, vera casa, l'ha trovata (finalmente).
Biografia
Attualità