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Zaggaba è il cartello senziente della città di amstrdam. Piantata da una comunità indigena di Unga Bunga guidati dall'orco immortale Bob, si trova all'esatto centro del Paese ed ha vissuto per oltre un milione e mezzo di anni. É follemente innamorata di Cammello mario, sindaco della città, e per questo gli supplica di catturare Cammelli selvatici come prova del suo amore.
Origini
Zaggaba vede la luce subito dopo la storica Grande Guerra Unga Bunga, quando l'orco immortale Bob sfrutta le ricchezze ricevute in dono dal capotribù Fabrizio, poi passato a miglior vita dall'invidia e dalla gelosia.
Il cartello, inizialmente, non è molto consapevole del motivo per cui è venuta al mondo ed è soprattutto confusa sulla sua identità: per due mesi di fila ripete costantemente domande esistenziali che inducono gli Unga Bunga a far del proprio orifizio trombetta per poter seguire l'esempio dantesco e per preservare la quiete pubblica.
Zaggaba, alquanto offesa, si chiude in un mutismo per cinquanta secondi, ma non riuscendo a reprimere l'entusiasmo, urla il nome di ogni essere vivente che conosce per attirare l'attenzione: ad accorrere e lo stesso Bob, che dà alla peste bubbonica le dovute spiegazioni.
Zaggaba (nome che Bob aveva già in mente perché in Unga-Bunghese significa "Famiglia"), era, prima di nascere, un ceppo alquanto brutto e muschioso. L'orco, quindi, per poter accogliere i neofiti decide di attribuirle il dono della parola (e dell'immortalità) per poter compensare alla sua naturale paralisi e per avere una compagna che sappia dispensare consigli su come essere accogliente.
Il processo necessario per fare in modo che il cartello rispetti le aspettative del suo creatore è però molto lungo e tormentato: Zaggaba, infatti, compensa l'immobilità con una parlantina che, dopo sette ore di fila diventa nauseabonda, se è vero che molti Unga Bunga, a furia di vomitare, hanno finito per concimare il territorio circostante e far nascere spontaneamente dei tulipani (prima verde vomito, poi rosso sangue dalle orecchie mozzate dalle vibrazioni).
Dopo qualche giorno, però, Zaggaba capisce che è un pericolo pubblico e decide di diventare una ragazza materiale in un mondo di nasoni: chiede ad un passante di farsi mettere una parrucca afro bionda e un microfono per poter cantare. Il successo sperato è totalmente capovolto e gli Unga Bunga si accasciano a terra chiedendo pietà; l'unico a voler consolare l'amica ferma è Bob, che inizia a darle più attenzioni e più consigli su come essere una cittadina decente. Passato qualche mesetto, Zaggaba impara a gestire la propria parlantina, e quando gli Unga Bunga la eleggono cartello d'ingresso, lei urla talmente a squarciagola da farsi esplodere una foglia cresciuta spontaneamente sulla punta, rendendola definitivamente calva: da quasi un milione e mezzo di anni a questa parte, il retro di Zaggaba reca questa iscrizione:
"amstrdam
L'unica città con l'iniziale
minuscola e dove sotto ai cartelli
ci sono 5 euro gratis hahahahahahah
ah e il sindaco è _____"
e, scritto sotto a matita da un teppista, "l'uomo più bello che io abbia mai visto con i miei occhietti."
Quando Bob le legge la sua iscrizione (compresa quella a matita), il cartello è talmente contenta da pensare che, forse, se qualcuno ha scritto quella frase così determinata, quell'uomo esiste veramente.
Questo pensiero tormenterà così tanto Zaggaba da indurla a pensare che deve assolutamente maritarsi per avere degli Zaggabini al seguito (con le gambine).
Vita privata
Passato un milione di anni, Zaggaba vede l'evoluzione della propria città e la sua parlantina diventa sempre più incontenibile: vuole conoscere nuovi posti, nuova gente, nuove tradizioni, nuova musica, nuovo cibo, nuovi gossip.
Zaggaba vive la creazione della specie dell'homo emojensis e vede delle teste giganti camminarle vicino e si chiede sempre più dove diamine abbiano le orecchie per poterle far deteriorare a suon di pettegolezzi. Zaggaba torna ad essere ignorata e Bob (e alle volte il dodo Orazio) continua ad essere il confessore del cartello ed il suo migliore amico. Con lui, Zaggaba confida segreti, aspirazioni, desideri e, soprattutto, fantastica su come vorrebbe che fosse il suo maritino (scrivendo anche un manifesto con il "pulcher puer ideale della Signorina Zaggaba", poi diventato la copertina del giornale nazionale).
Alla nascita di Cammello mario, la sua vita è completamente stravolta.
Ormai abituata a campare di fatti altrui, non avendo nient'altro da fare, quando vede il cucciolo di cammello rotolarle contro è estremamente emozionata: non vede da tempo immemore un neonato, specialmente di quelli anatomicamente corretti e non con nasi e/o teste giganti.
A vedere il piccolo mario sbattere contro la punta di Zaggaba, non esita a parlargli come fosse quasi sua madre:
mario: "Gugu gaga. (Ehi, chi sei, perché mi arrechi ulteriori danni al cranio che già è stato compromesso eccessivamente.)"
Zaggaba: "Come sei bello! Un neonato in città non lo vedevo da un milione di anni!"
mario: Vomita e rigurgita mentre si divincola emettendo lamenti e gemiti.
Zaggaba: "Awww, che carino! Sta digerendo! Vieni che ti faccio fare il ruttino!"
mario: Dolore amplificato.
Zaggaba: "Perché piangi? Non vuoi una mano?"
Zaggaba è troppo innamorata del pargolo ma è incapace di muoversi e necessita dell'aiuto dell'orco onnipotente Bob, che è capace di usare i propri arti inferiori.
Troppo presa dal pensare a, citando testualmente, "Santi lumi, com'è bello quel lattante!", Zaggaba non si rende conto che Bob, nel frattempo, le sta chiedendo perché il neonato si stia agitando così tanto da farsi esplodere il fegato: da qui, il cartello comprende finalmente il proprio sbaglio e cambia moina.
Stavolta le interessa sapere se sta bene e se è arrabbiato con lui e, quel povero disgraziato, non può far altro che rammendarle il fatto che mario non sa parlare, nè intendere e nè tantomeno volere.
Ormai nella sua corteccia c'è solo il bel faccino del "mariettino" e ogni volta che lo squadra da lontano, urla come una balena in fin di vita.
Soltanto quando inizia a vederlo crescere che ha un'illuminazione: "e se fosse quel pulcher puer che si era rassegnata di non vedere mai più?!"
Più lo guarda e più sente di aver trovato finalmente pace dal proprio dubbio esistenziale e mentre il tempo passa, pensa sempre più a come possa essere la vita a partorire il proprio millesimo Zaggabino in piena felicità.
Il Cammello ormai erudito, nel frattempo, instaura un senso di complicità nei confronti del cartello Zaggaba, che vedendo crescere mario così in fretta e bene (a differenza di qualunque altro abitante).
Quando mario scopre di poter viaggiare nel tempo e sopporta una tortura tremenda, lontano da casa senza sapere nemmeno dove fosse casa sua, la mattina successiva Zaggaba crede che quel Cammello così energico che ha davanti possa essere la scintilla che avrebbe iniziato la sua love story. A partire da quella dubbia esperienza, il cartello decide di incaricare il Cammello di catturare tutta la fauna locale come prova dell'autenticità del legame che li unisce: sebbene per Zaggaba questa rappresenti la missione che le permetterà di dichiararsi a lui, mario è estremamente confuso sul significato della prova a cui è stato sottoposto, ma accetta comunque per la paura di spezzarle il cuore.
Amicizie
Zaggaba è la migliore amica di Bocca Alessia Carmela Maria Rosaria Cristoforo Colombo Canale di Suez, o più semplicemente Bocca Ale, una showgirl di origini egiziane giunta tempo addietro ad amstrdam per trovare l'amore della sua vita.
Quando Zaggaba vede per la prima volta la bocca ambulante, estasiata della presenza della turista, inizia fin da subito a parlarle fino a sfinirla.
Tuttavia, a differenza di quanto ci si possa aspettare da un cartello come lei, in realtà Bocca Ale prova subito una certa intesa nei confronti della guida turistica improvvisata per un punto in comune: entrambe sono innamorate di un cammello, Ale di un Boccammello quasi identico a lei, Zaggaba del sindaco.
Le due, quindi, spettegolano come delle pazze squinternate: ben presto Ale impara la lingua del posto, l'intera biografia dei cittadini e tutta la storia della città di amstrdam sino alla concezione del suo Pianeta, mentre Zaggaba apprende come realizzare in meno di un minuto una copia esatta dell'albero genealogico di Bocca Ale che riporta date di nascita, provenienza e occupazione di tutte le dieci generazioni più recenti della famiglia dell'amica carnosa.
Quando la conversazione termina (non perché si fossero stancate, ma perché mosse da un senso di misericordia per un Biancammello diventato sordo), Zaggaba consiglia a Bocca Ale di inseguire il suo vero amore e, dopo soli cinque minuti, le amiche per la pelle (anzi, per il labbro per Ale e per la corteccia per Zaggaba) si ritrovano a dover fare una seduta psichiatrica per consolare Ale che si sente tradita dal suo ragazzo: dopo nemmeno un petosecondo dall'inizio di una relazione che lei stessa ha voluto – soprattutto se si pensa che il Boccammello non capisce esattamente nulla di ciò che dice ed è anche alquanto spaventato – Bocca Ale chiede la terapia di coppia.
La prima seduta è a dir poco un disastro: Bocca Ale, piange a dirotto, sente già il peso della maternità, delle pulizie e del marito incarcerato.
Il Boccammello, dal canto suo, è talmente confuso da colpirsi da solo e, stando impalato come un pupazzo di pezza, fissa Ale in una maniera che la fa solo imbestialire.
Dopo aver consolato l'amica labbruta con un liberatorio "Vai, Donna!", Zaggaba assistirà ad un'evoluzione psicologica senza precedenti.
Tornata a casa, Ale inizia a contattare costantemente l'amica di gossip, con delle videochiamate (e dei selfie) che dureranno interminabili ore e faranno bruciare le infrastrutture per il 4G in Egitto, il paese di residenza del paio di labbra ambulante.
Fra i momenti salienti dei loro lamenti del Giovedì Santo è notevole l'occasione in cui Zaggaba, in videochiamata, insulta tutti i parenti del Boccammello ordinandoli in ordine alfabetico. Dopodiché, quando il riflettore passa su Zaggaba, Ale sente la necessità di doverla consolare: questo perché, infatti, anche lei ha problemi con una love story che si è cucita in mente senza il consenso dell'altro.
Fra le due si forma quindi un'intesa vincente e quando Ale finalmente si sposa, Zaggaba si offre di prendere il bouquet (in faccia) e di fare la testimone urlando al mondo il solenne nome del loro amore.
Anche dopo il matrimonio, Zaggaba continua costantemente a denigrare quel dannato Boccammello per il tornaconto e la consolazione dell'amica, se è vero che, quando ella si arricchirà diventando una miliardaria del continente africano, verrà invitata a tutti i banchetti e trattata come una reginetta.
Zaggaba, quindi, ama così tanto la sua amica Ale che, ormai, insultare i cammelli di forma boccoidale è diventato proverbiale e, proprio per questo, è diventata parte integrante della famiglia (sebbene non possa mai andare a trovarla, causa la mancanza di gambe).
Curiosità
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Ormai in tutta la città è stata soprannominata la "pettegola nonostante non abbia nemmeno la capacità di girare le orbite altrove come cavolo fa aiuto non voglio essere rintracciato da lei che è peggio del governo" o più semplicemente con l'acronimo PNNANLCDGLOACCFANVERDLCEPDG, anche se nessuno ha avuto mai il coraggio di usare quest'ultima nomenclatura per paura di perdere la lingua per autocombustione spontanea.
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Dopo aver ricevuto la missione da Zaggaba, mario è talmente pervaso dal senso di colpa qualora non soddisfasse la richiesta della pettegola paralizzata che decide di affidarsi a Giancarlo, il professore ufficiale di amstrdam per poter sapere dove e quando catturare ogni singolo essere vivente della città.