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L'Attentato sovietico del 3 aprile 2001 è un avvenimento storico verificatosi ad Amsterdam che vede come protagonista Igor Zugasvinski e che ha portato a 32 feriti e 109 morti tra i quali Tulipano Giangiacomo e Tulipano Piercarlo e che è stata scintilla d'innesco per la fondazione della Tulp Commonwealth di Tulipano Gianpierpaolo.
Movente
L'Attentato si è svolto, molto probabilmente, per un rancore personale del suo fautore, Igor Zugasvinski, noto alle autorità russe per sovversione e per le simpatie per il comunismo e l'anticonformismo.
Egli, infatti, avrebbe favoreggiato atti di istigazione al tulipicidio, facendo da esempio alla sua popolazione nel tentativo di uccidere con le armi dei civili olandesi.
A seguito dei reati, Zugasvinski avrebbe organizzato un clan per iniziare un'opera di sterminio dei tulipani per la storica contrapposizione con i papaveri: essi, infatti, sono impiegati nell'utilizzo industriale, a differenza dello scopo puramente decorativo e terapeutico dei tulipani.
La distinzione fra fiori di campo e di giardino, dunque, sarebbe stato il principale motivo che ha spinto il terrorista russo ad imbracciare le armi, comandare un caccia e distruggere la diga del polder olandese per raderlo al suolo.
Retroscena
Igor Zugasvinski è stato educato sin da bambino all'odio incondizionato, al totalitarismo e alla criminalità organizzata.
Egli, infatti, viene abituato a detestare i tulipani perché designati come usurpatori della libertà dei fiori selvatici, colpevoli di averne rubato la reputazione e per questo indegni persino di germogliare.
L'idea di Igor nasce dal rancore per le autorità, che lo ricercano attivamente, siccome queste ultime lo hanno bloccato sin dai piccoli reati, come i furti e le proteste violente per strada.
Dopo essersi trasferito in Olanda di nascosto e come clandestino (peraltro, senza disporre della cittadinanza né del Paese di partenza, né di quello d'arrivo), Igor organizza un clan di nuovi adepti (prevalentemente fiori selvatici presi in ostaggio o suoi vecchi colleghi) per ognuno dei quali definisce un ruolo funzionalizzato alla costruzione del caccia, alla definizione del piano d'attacco, della posizione della zona da far esplodere e, dunque, la fuga.
La stragrande maggioranza dei membri del clan, però, sono in costante faida tra loro, dato che i tulipani sequestrati vengono spesso bullizzati e minacciati di morte da parte dei papaveri alleati del capoclan (ed ovviamente gli spargimenti di sangue non mancano mai a causa di delatori e semplici sospetti di tradimento).
Igor, ben presto, riesce a delineare una perfetta operazione militare, fra colleghi che definiscono la rotta, altri che organizzano le comunicazioni da remoto ed altri che anzi mettono a disposizione delle vetture rubate per organizzare la fuga e consentire a Igor di gettarsi con un paracadute per poi scappare con loro, facendo poi schiantare il caccia e causare ulteriori vittime.
Evento
3 aprile 2001. Igor Zugasvinski è al di fuori del bunker del suo clan (tra l'altro privo di nome per impedire che qualcuno potesse ricondurre alla sua missione).
Lui e i suoi scagnozzi russi stanno collaudando il caccia per potervi inserire le munizioni e controllare che non si schianti prematuramente.
Nel frattempo i co-capi organizzano una fucilazione ai danni dei tulipani coinvolti nell'operazione per metterli a tacere, ma Igor li ferma, consapevole che maggiore è il numero delle guardie del corpo e maggiore è la probabilità che la missione vada a buon fine.
12:50. I membri del clan danno il via libero e si preparano per rubare le vetture più vicine armati di kalashnikov e passamontagna. Gli altri partono e Igor, coadiuvato da alcuni complici tulipani aviatori, sale sul caccia per poter solcare i cieli.
12:55. I tulipani alla base, guarniti di guardie papaveri armati dai petali al vaso, sfruttano le telecomunicazioni dei propri walkie-talkie per definire le coordinate del loro mandante. Igor ha superato già L'Aia e Rotterdam e si trova nei pressi di Amsterdam:
IGOR: "Esigo coordinate."
AVIATORI: "Ti trovi a coordinate 52°18'N, 4°51' E. Ti manca qualche minuto e sarai a destinazione. Quanto carburante resta?"
IGOR: "78%. Ci arriverò sicuramente. Per l'una del pomeriggio sarò già con il paracadute."
AVIATORI: "Abbiamo superato l'ingresso della città, siamo davanti a te di qualche kilometro."
IGOR: "Girate lì intorno. Vi darò le coordinate quando sentirete l'esplosione. Non fatevi vedere o il missile lo sparo addosso a voi, se necessario."
AVIATORI: "Ricevuto."
13:00. Igor ha raggiunto il suo obiettivo. Gli manca soltanto premere un bottone rosso per innescare l'autodistruzione del caccia. Ha qualche attimo di esitazione, non tanto per il senso di colpa, ma per la soddisfazione di essere arrivato all'apice della propria missione: il suo sogno di devastare la popolazione di tulipani sta per diventare realtà.
Premuto il tasto, luci rosse e allarmi impazzano, e nel frattempo un razzo di dimensioni angoscianti si dirige dritto verso la diga. Un'esplosione ed una nuvola di fumo che offusca la vista dilaga per tutta la città. Si riescono quasi a sentire le urla anche a migliaia di metri di quota.
Gli allarmi si intensificano.
IGOR: "Coordinate 52°23'N 4°57'E, mi sto per lanciare, venite subito."
AVIATORI: "Abbiamo sentito l'esplosione, qualche palazzo sta cadendo a pezzi, stiamo prendendo un'altra strada, o finiremo schiacciati."
IGOR: "Le forze dell'ordine?!"
AVIATORI: "Neanche l'ombra."
IGOR: "Passatemi il guidatore! Subito!"
PAPAVERO: "Capo! Qui sta succedendo il putiferio! Quell'esplosione è stata perfetta, hai centrato la diga e sta per allagarsi tutto!"
IGOR: "Siete alle mie coordinate?!"
PAPAVERO: "Affermativo, ti vediamo, stai scendendo sopra di noi.
Impatto
Popolazione
A seguito dell'esplosione della diga, Igor causa la devastazione di alcune delle case delle vittime, l'allagamento delle strade vicine ed un bilancio di 32 feriti e 109 morti.
La malefatta luttuosa del criminale russo ha avuto come celebre conseguenza non soltanto l'uccisione di un Tulipano bianco passante, ma l'allagamento della casa della famiglia Rubens: i genitori Annalisa e Pieter Paul si salvano assieme al primogenito Gianpierpaolo, a discapito dei fratelli Giangiacomo e Piercarlo, che vengono travolti dallo tsunami che immerge la loro casa.
Altrove le porte di casa vengono sbarrate dall'elevata pressione dell'acqua ed alcuni tulipani restano feriti perché trascinati con forza dall'onda anomala, mentre si trovavano per strada: è proprio il flusso d'acqua a generare il numero maggiore di morti, dato che la stragrande maggioranza delle vittime non sapeva nuotare se sprovvisti di un apposito vaso con le pinne.
L'esplosione, poi, è stato il terzo fattore di morte, dopo l'allagamento degli spazi chiusi, per la dispersione di detriti e grandi frammenti della diga che hanno spesso perforato i veicoli dei tulipani passanti, li hanno presi in pieno o hanno generato potenti scosse del terreno che li hanno impossibilitati alla fuga.
In relazione alla morte dei suoi fratelli, Tulipano Gianpierpaolo e la sua famiglia ha rilasciato un'intervista:
"La morte dei miei fratelli rappresenta un tasto dolente della mia vita. Mi sento in qualche modo colpevole essendo ancora vivo, perchè è come se avessi lasciato morire loro al posto mio. So che non è così, che forse sto esagerando, ma l'unica cosa che so è che ho perso due delle cose più importanti che io abbia mai avuto." (Intervista della BBC©™ del 2007).
Impatto
Cultura
I superstiti e testimoni dell'accaduto, statisticamente, affermano di aver perso fiducia nelle infrastrutture olandesi (10%), altri di avere rancore nei confronti dei russi (12%), altri ancora puntano il dito sulla legalità (26%) e, la maggioranza, crede che l'unico modo per estirpare questo problema sia introdurre pene più esemplari per eccidi e reati socialmente degradanti (62%).
A seguito dell'accaduto, si è poi affermato un dibattito di portata internazionale, che concerne uno dei superstiti: Pieter Paul Rubens.
Essendo inventore di un concime capace di resuscitare temporaneamente le piante, si è spesso sindacata la scelta di non impiegare il concime per riportare ripetutamente in vita le vittime e fare in modo che diventino pressoché immortali.
La famiglia definisce eticamente errata questa soluzione cruenta e distopica.
Di seguito vengono riportati i diversi punti di vista dei membri della famiglia Rubens alla stessa intervista della BBC che racconta gli eventi più significativi della loro vita, rilasciata nel 2007:
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Pieter Paul Rubens: "Sono addolorato quanto mia moglie per la morte dei miei figli, che sono un pezzo del mio cuore altrettanto importante quanto la stima che nutrivo per Paolo Gargiulo. Mio suocero era stato un tulipano con un cuore d'oro, che si è distinto con meriti di guerra e in tempo di pace. Tuttavia non trovo giusto destabilizzare ulteriormente la mia famiglia trasformandone i parenti in zombie. Il motivo per cui ho coniato il concime, è quello di usarlo in botanica, e non ho assolutamente mai consentito l'uso su tulipani viventi. La stessa NASA e il Federal Bureau of Investigations ne attesta il funzionamento esclusivamente in campo sperimentale."
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Tulipana Annalisa: "Siamo tutti imperfetti, e la morte fa parte della vita. Se un giorno mi direbbero che gli uomini, come i fiori, diventeranno immortali, io penso che rifiuterò, perché noi siamo fatti per essere imperfetti, altrimenti saremmo divinità, non credete?"
Inchiesta
Indagini
Dopo qualche giorno dall'accaduto, il 10 aprile 2001, iniziano le indagini per il caso relativo all'Attentato. Si decide di posporre l'inizio dell'inchiesta per poter propriamente rimettere in sesto la diga e mettere al sicuro la popolazione, per evitare che il bilancio dei morti e dei feriti aumenti ulteriormente.
All'inchiesta partecipano non soltanto le forze dell'ordine e la Polizia Scientifica, ma anche avvocati di tutti i Paesi Bassi, che scossi dalla notizia decidono di collaborare.
All'inchiesta, inoltre, prende parte Tulipano Gianpierpaolo, mosso dalla necessità personale di redimersi dalla colpa di non essere riuscito a salvare i fratelli nel momento dell'estremo pericolo.
Nel giro di una settimana si raccolgono innumerevoli ipotesi: dall'incidente e la rottura spontanea della diga, subito accantonata per la presenza di frammenti di missili ed altre munizioni, all'idea che un caccia in transito avesse avuto un guasto e si fosse schiantato sulla diga, causando il crollo.
La tesi della colpa di un terrorista emerge non soltanto dall'analisi dell'angolo di lancio delle munizioni, la grandezza dei crateri e la quantità dell'acqua, ma anche dalle ipotesi dei tulipani presi in ostaggio e miracolosamente sfuggiti al fuoco degli scagnozzi di Igor, che si erano lanciati dai loro furgoni ed erano corsi via alla ricerca di salvezza, consapevoli che, qualora avessero obbedito, sarebbero andati incontro a morte certa, dato che ormai, ai fini del clan, non sarebbero serviti più a nulla.
L'identità del mandante, già nota alle autorità, rappresenta un metodo grazie a cui Tulipano Gianpierpaolo riesce, essendo l'unico ad averne avuto il coraggio, ad organizzare il caso ai danni del colpevole, avvalendosi delle prove a suo vantaggio.
Inchiesta
Udienza
"Ricordo perfettamente com'è andata. Sono stato insultato, diffamato e minacciato di morte dinnanzi al giudice. La giuria era terrorizzata. Quell'insolente mi guarda da dietro gli occhiali da sole esagonali come volesse dirmi «Non ce la farai mai». Quel caso è durato una settimana, ed ogni giornata era una seduta di quattro ore, tra testimoni filorussi ai superstiti, ed era solo una valle di lacrime. Se si capiva qualcosa a mio favore subito bisognava fornire motivazioni esaustive e bastava anche qualcosa di vagamente abbozzato per sentire l'odiosa obiezione degli alleati di quel papavero accusarmi di falsificazione delle prove e delle testimonianze. Qualcosa di nauseabondo e degno di loro. Era il 1° maggio, e finalmente il Giudice aveva dato il verdetto. Colpevole e condanna all'ergastolo con effetto immediato. Ci sono voluti i milioni della Tulp Commonwealth per convincere la giuria a partecipare, altrimenti il caso non sarebbe stato nemmeno preso in considerazione." Tulipano Gianpierpaolo ad un'intervista della BBC©™ del 2007.
Il 17 aprile 2001 inizia il caso Tulipano Gianpierpaolo contro Igor Zugasvinski.
La battaglia è inequa: Tulipano è da solo, certamente ha dei testimoni, ma è l'unico del suo schieramento contro decine e decine di avvocati a favore dell'imputato.
Il giudice, inoltre, molto probabilmente colluso, sembra non porre il giusto peso alle prove schiaccianti di Tulipano, il che risulta essere il principale fattore che ritarda il completamento del caso.
Giorno 1. Tulipano vede per la prima volta il papavero che gli ha strappato i fratelli e prova un'ira incommensurabile. Il giudice, che non ha mai visto prima, ha stranamente un forte accento russo, benché i documenti attestino che sia originario di L'Aia, e nota che, da dietro la toga, abbia un naso di dimensioni abnormi e delle inusuali corna, che crede siano colpa di un'improbabile capigliatura.
Il giudice esordisce subito dicendo che l'imputato ha la vittoria in pugno perché coadiuvato da un numero esorbitante di avvocati e non esita a dissimulare schernendo Tulipano e la sua sfacciataggine per non essere riuscito nemmeno ad essere abbastanza credibile da portare almeno un collega.
Tulipano, nonostante le innumerevoli offese, richiude il tutto ricordando al giudice che anch'egli è perseguibile penalmente siccome la legge è uguale per tutti.
Il primo giorno è caratterizzato da sei testimonianze: le prime tre a favore di Tulipano, cioè i genitori e Tulipa, gli ultimi dei tulipani presi in ostaggio, visibilmente torturati e condotti con tanto di scagnozzi con kalashnikov alla foglia puntata sugli schiavetti.
Le prime tre testimonianze, apparentemente semplici da controllare, però, si rivelano un inferno, e la colpa non è nemmeno dei testimoni: i genitori, infatti, erano stati opportunamente formati dal figlio su cosa dire e cosa omettere, mentre Tulipa, nonostante l'handicap, riesce a riassumere alla perfezione la sua esperienza traumatica. Ciò che intralcia l'avvocato è la banda di papaveri che si ritrova contro: fra imprecazioni e prove falsificate, il loro scopo è costantemente mettere in dubbio la tesi di Tulipano, per fare in modo che agli occhi del giudice egli sembri arrampicarsi perennemente sugli specchi.
Questo è il motivo per cui, grazie alle abilità di Tulipano, riesce a concludere il primo giorno con una parità leggermente incline a favore degli avversari.
Giorno 2. Il giorno successivo inizia con la giusta grinta: Tulipano, infatti, è opportunamente preparato per contrastare le offese degli avversari e si avvale di leggi che ha campionato appositamente per mettere in cattiva luce i nemici, consapevole che se non può usare le buone maniere, dovrà passare all'attacco.
Per questa ragione, quando il giudice sospetto raggiunge il proprio posto e Tulipano subito subisce le prime calunnie e ingiurie, non esita a contrattaccare, destando la sorpresa della giuria ed il dispetto di Igor, che molto spesso utilizza la gestualità per alludere ad un tentativo di omicidio nei confronti dell'avvocato.
Giorno 3. Tulipano Gianpierpaolo giunge in tribunale con altre testimonianze a suo favore. Ha difatti organizzato una petizione in cui, garantendo l'anonimato, i superstiti avrebbero potuto contribuire al compimento della giustizia. Quando però Tulipano presenta la bellezza di dodici testimoni, viene subito bloccato dal giudice che esige discutere ulteriormente sulle precedenti deposizioni.
Giorno 4. La discussione sulle vecchie testimonianze è stranamente fin troppo lunga. Tulipano non riesce a spiegarsi come abbia fatto ad arrivare a dover giustificare letteralmente ogni parola e balbuzia pronunciata dai suoi testimoni, trascritti da un dattilografo slavo.
Minacciato costantemente di subire penalità e denunce penali, Tulipano deve ogni singola volta ribadire le condizioni psicologiche ed etico-sociali dei suoi testimoni, anche perché, qualora incappi nella seppur minima contraddizione, verrà subito assalito da contestazioni.
Giorno 5. Ci si concentra sulle nuove deposizioni e le sedute, prima di quattro ore, iniziano a durare anche otto o diec'ore: Tulipano è distrutto, ma è consapevole che la sua è una guerra di logoramento e chi cede prima perde. Continua a difendere, ad accusare, ad obiettare e ad attingere alla legge ma inizia a capire che c'è qualcosa che non va: perché perdere tutto questo tempo, con un caso che ogni giorno si avvicina sempre più alla verità?
Giorno 6. Tulipano ormai ha una flebo con il caffè. La seduta inizia alle dieci del mattino, e a mezzogiorno e mezza sente i Santi accoglierlo nelle loro braccia. Durante questa estasi, però, Tulipano ha una rivelazione, che lo spinge a riconquistare la celerità: gli avvocati di Igor stanno temporeggiando per fare in modo che il tempo a disposizione scada ed il caso venga concluso in maniera forzata a favore del colpevole.
Giorno 7. Tulipano ha già investito le sue energie il giorno precedente per far capire alla corte che la strategia degli avvocati di Igor non funziona, ma riceve soltanto rinnegazioni e vittimismi. Capisce, allora, che gli mancano poche ore e utilizza una strategia definitiva: la loro stessa moneta.
Tulipano dice al giudice di voler convocare un ulteriore testimone: il giudice stesso. Lo scopo dell'avvocato è quello di sottoporlo ad un interrogatorio e farlo cadere in uno stato di stress talmente elevato da portarlo a confessare, consapevole che non avrebbe potuto riservare lo stesso trattamento all'imputato senza ricevere una pallottola nel bulbo.
Alle dieci del mattino, scioccamente, la richiesta viene accolta e alle sei del pomeriggio, il giudice sta ancora ricevendo duri colpi alla sua sobrietà. Gli avvocati di Igor non fanno altro che ripetere la stessa frase "Sta importunando il testimone, esigiamo il verdetto." ma nulla da fare. Ormai la vittoria è nelle sue mani. Tulipano esige un'ultima pausa di 10 minuti ed è lì che può infliggere il colpo finale. Il giudice è palesemente colluso ed ha una stella rossa tatuata in petto. Allora Tulipano, consapevole che non può fare altro, decide di porgere al magistrato una mazzetta di migliaia e migliaia di euro per fargli assaggiare la sua stessa medicina: "La Tulp Commonwealth la riverisce caramente."; un tasto dolente della carriera di Tulipano, ma l'unico metodo per raggiungere la verità. Venendo contro-corrotto, il giudice contravviene ai patti con la mafia e, ricevuta una mazzetta di maggiore valore, rilascia il verdetto a favore di Tulipano, gettando i russi nell'ira più totale e lasciando la giuria di Tulipani in balia ad un gaudio talmente elevato da comportare l'autocombustione spontanea del tribunale.
Tulipano ha avuto la propria vendetta, e con sé tutti coloro che hanno sofferto.